Ho davanti agli occhi (e in pagina) l’espressione di Ronaldo nel momento in cui al centosettantesimo o forse al duecentesimo del secondo tempo - le partite in Qatar non finiscono mai, proprio come gli esami - il portiere Diogo Costa commette un errore imbarazzante che potrebbe consentire al Ghana di segnare il gol del 3-3. Pronto ad approfittarne, l’attaccante africano però scivola e nello stadio si sentono distintamente centinaia di imprecazioni nelle lingue inglese, Twi, Fante, Dangme e Frafra. Scampato al pericolo, Mister Fiuuu è passato dallo shock all’entusiasmo (quasi) sfrenato.
Alla prima uscita mondiale Cristiano ha fatto meglio di Messi, quantomeno nel risultato. Ma non è ancora Cristiano. Anche il Portogallo non è ancora il Portogallo migliore, quello nel quale Leao e Palhinha non possono sedere in panchina. Il gioco di prima e la ricerca della profondità sono per il momento teorie, idee inespresse, e l’uno contro uno resta un’esclusiva del portoghese del Milan, al quale Fernando Santos ha concesso ventitré minuti, compresi i dieci di recupero.
Di realCristiano ho riconosciuto soltanto l’abilità nel guadagnarsi un rigore: l’esperienza gli ha permesso di coprire parzialmente alcune lentezze in partenza e qualche imprecisione di battuta. Devo dire che nell’occasione anche i compagni, molti dei quali di alta qualità (Bernardo, Bruno Fernandes, Joao Felix), sembravano avere i piedi fucilati.
Non si poteva pretendere che dopo tre mesi di mal di pancia e di panca, e sotto fresca disoccupazione, Cristiano si presentasse subito a regime: nei primi venti minuti l’ho visto impiombato, volenteroso ma impiombato - versione minore del dio del calcio da laboratorio - e quando a un certo punto è salito in cielo, lassù dove nessun altro potrà mai arrivare, la tempia ha sostituito la fronte e Cristiano ha avvertito gli effetti dell’approssimazione da minuti sottratti.
Senza fare meraviglie, il Nostro ha comunque stabilito altri record, il suo specifico: è diventato il primo giocatore a segnare in cinque edizioni del Mondiale, superando Pelé, Klose e lo stesso Messi. Inoltre si è piazzato alle spalle del solo Roger Milla nella classifica dei più anziani realizzatori mondiali. Nel ‘94 il camerunese andò in gol a 42 anni e 39 giorni, Cris ha fatto centro a 37 e 292 giorni e tutto lascia prevedere che non avrà altre occasioni per migliorarsi. Milla, che oggi ha 70 anni, può dormire sonni tranquilli.