La mano del diablo e quella de Dios

Nello chalet di Mergellina si accende il dualismo Maradona-Messi
La mano del diablo e quella de Dios
Mimmo Carratelli
3 min

Comitato di liberazione da ogni paragone, somiglianza, bla-bla-bla e non nominare il nome di Diego invano e assemblea costituente per la stesura definitiva e mondiale della Carta di identità unica e sola del più grande, del più generoso, del più artista, del più tutto, Diego Armando Maradona, unico e impareggiabile, ineguagliabile e inavvicinabile in una mattinata argentina allo chalet di Mergellina di Peppino cameriere. L’ora della decisione suprema è giunta, annuncia don Ciccio portiere di palazzo. La dichiarazione di unicità assoluta è stata consegnata a giornalisti, allenatori, calciatori, opinionisti e contaballe di tutto il mondo, aggiunge Salvatore pittore di alici. La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti, conferma Gennaro Piromallo salumiere. La parola d’ordine è come Diego non c’è nessuno, dichiara don Ciccio portiere di palazzo. Maradona è meglio ‘e Pelè e Messi è meglio di Cristiano Ronaldo, proclama ufficialmente don Ciccio portiere di palazzo. Non si discute, annuisce Saverio Malaspina ragioniere. Basta con questa ammesca francesca Messi come Maradona, San Gennaro non perdona, sottolinea Carminiello-a-rezza pescatore di fravaglia. Messi è una gioia per gli occhi, Diego è stato una gioia per il cuore, precisa Carmelo Mirabello regista di teatro popolare. Messi è il più forte dei nostri tempi, Diego è il più grande di sempre, declama Enrico Pignatiello baritono mancato al San Carlo. Messi col pallone fa cose che sconvolgono tutte le leggi della fisica, della dinamica e della meccanica quantistica, Diego è atomico, è la fusione che unisce tutti i Sud del mondo ed è la fissione accompagnata dall’emissione di pallonetti, rabone, colpi di tacco, colpi di testa a pelo d’erba, magie e incantesimi vari, proclama Pasquale Pazienza giornalista nucleare on-line. Messi è la formula di Einstein, Diego è Einstein, non so se mi spiego, puntualizza Totonno Speranza direttore di centro commerciale. Quant’è vera ‘a maronn, Diego è passione, sangue caldo, paladino, malandrino, riccioli neri, anima azzurra, incantatore, mano sinistra e piede mancino, si accalora don Peppino parcheggiatore allusivo. Messi è sangue freddo e faccia di luna, Diego è il sole, aggiunge Gennaro Piromallo salumiere. Messi può solo copiare Diego come fece col gol di mano all’Espanyol vent’anni dopo la mano de dios nel cielo dell’Azteca, conferma Pasquale Pazienza giornalista on-line. All’Azteca fu un colpo artistico, mentre contro l’Espanyol Messi fece un gesto disperato perché stava perdendo il campionato contro il Real Madrid, ricorda don Ciccio portiere di palazzo. La mano del diablo, scrissero i giornali di Madrid, precisa Salvatore pittore di alici. Diablo non dios, sottolinea Saverio Malaspina ragioniere. A Messi vogliamo bene, è ‘nu diavulillo, ma Diego è ‘o pateterno, concede Carmelo Mirabello regista di teatro popolare. Diego e chi so può scurda’, Messi so scurdarranno, sentenzia don Peppino parcheggiatore allusivo. Diego è il mito, resta nella storia del mondo, Messi avrà un posto d’onore negli almanacchi, assicura don Ciccio portiere di palazzo. Maradona e mi batte il corazòn, conclude Salvatore pittore di alici.


  


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