Una coppa firmata anche da Dybala

Una coppa firmata anche da Dybala© Getty Images
Xavier Jacobelli
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Bacia la Coppa, Paulo Dybala. Baciala perché la Coppa è anche tua. Non conta la manciata di minuti che hai giocato nella semifinale con la Croazia e il pugno di secondi della finale con la Francia. Conta quel rigore, così importante, così pesante, calciato praticamente a freddo e trasformato con la calma olimpica del campione autentico. Sul finire del secondo tempo supplementare, Scaloni ti aveva mandato in campo proprio per questo, Paulo e tu non hai fallito. Non hai avuto paura di sbagliare il rigore della vita: è anche da questi particolari che si giudica un giocatore. Dicono duri solo un attimo la gloria. Può essere, ma dipende. La gloria dell’Argentina campione del mondo per la terza volta durerà a lungo e sempre riduttiva sarà qualunque cosa possiate immaginare accadrà quando gli Eroi dell’Albiceleste torneranno a Buenos Aires. Più tardi, Dybala rientrerà a Roma e la Roma, finalmente, si godrà il suo campione del mondo, galvanizzato da un titolo che l’accompagnerà per tutta la vita. Lusail Iconic Stadium, 18 dicembre 2022: in calce alla Coppa c’è una Joya infinita, lungamente attesa, condivisa con 47 milioni di connazionali che questo trionfo aspettavano da trentasei anni.

Di certo, non deve essere stato facile per Paulo accettare di fare la riserva del più forte giocatore del mondo che il mondo ha incoronato a Doha, in un tripudio di emozioni nella finale fra le più entusiasmanti di sempre. Eppure, Dybala in Qatar ha saputo brillare per la dedizione all’Albiceleste anteposta all’interesse personale, sempre pronto ad allenarsi duramente pur sapendo di non essere titolare, mai convitato di pietra accanto a Messi. Semmai, proprio dopo il rigore di Messi, lesto a cogliere l’attimo che Scaloni gli ha offerto per andare in paradiso o all’inferno. Paulo l’ha colto al volo, fulminando Lloris. Così si fa.


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