Dybala, rigore da erede designato

Solo 17' in campo nell'Argentina campione del mondo per l'attaccante della Roma, a segno però dal dischetto nella finale contro la Francia: ora vuole essere protagonista nel prossimo ciclo
Dybala, rigore da erede designato© Getty Images
Roberto Maida
4 min

INVIATO A DOHA - I giocatori si sono riuniti in un piccolo cinema, dentro al resort di Albufeira. Silenzio totale, nell’attesa del rigore, con De Paul inquadrato mentre sembra divorato dalla tensione. Quando Paulo Dybala ha segnato, dalla platea è partito un boato con applausi. Ora la Roma aspetta il suo campione del mondo per riprendere la rincorsa Champions e magari aggredire l’Europa League. Dybala è volato ovviamente a Buenos Aires, facendo scalo tecnico proprio a Fiumicino, e tornerà dopo i festeggiamenti: per il sospirato titolo di Doha e per il Natale. Mourinho spera di utilizzarlo almeno per uno spezzone di partita già il 4 gennaio contro il Bologna. Ma prima dovrà confrontarsi con il suo Paolino. Che ha il morale a mille dopo la finale con la Francia ma non gioca sul serio dalla sera dell’infortunio di Roma-Lecce.

L'orgoglio

Per un rigore aveva quasi perso l’occasione del Mondiale, con un altro rigore ha lasciato il marchio sulla vittoria dell’Argentina. Non è stato un mese semplice per lui, incastrato nello scomodo seggiolino di vice del miglior Messi di sempre. Ma Dybala non ha mai perso il sorriso, anche quando lo abbiamo incrociato dopo le partite vissute in panchina. Scaloni gli aveva spiegato quali fossero le sue valutazioni, che Paulo ha accettato nella prospettiva del prossimo ciclo, quando potrebbe raccogliere con le debite proporzioni l’eredità di Leo. Alla fine ha accumulato appena 17 minuti complessivi, entrando nella semifinale contro la Croazia a verdetto già definito e nell’ultimo atto solo per tirare il rigore, ma ha partecipato sempre con entusiasmo alle vicende del gruppo, tra le grigliate di asado e le riunioni davanti a una tazza di mate.

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Si è dedicato per intero al sogno argentino, sì, senza però trascurare la Roma. E soprattutto Mourinho, che «mi chiama tutti i giorni per sapere come sto». Ecco, l’elemento positivo di questa pausa è che Dybala abbia risolto i problemi fisici. Piano piano ritroverà anche il ritmo-partita, elemento fondamentale per ripristinare le vecchie abitudini: disegnare i colori della differenza all’interno della squadra, magari insieme al nuovo acquisto Wijnaldum che sta correndo verso il recupero.

La sfilata

Intanto, il Mondiale vinto dall’Argentina è diventato un vanto anche per la Roma. Che su 22 edizioni del torneo, dal 1930 al 2022, ha osservato per 9 volte almeno un proprio giocatore sollevare la coppa dei vincitori. I primi italiani furono Masetti, Ferraris IV e Guaita nel 1934, mentre i primi stranieri sono stati i tedeschi Voeller e Berthold a Italia ‘90, battendo proprio l’Argentina. A seguire l’onore è toccato ad Aldair, campione a Usa ‘94 a spese dell’Italia di Sacchi, poi al terzino francese Vincent Candela nel ‘98 e infine all’altro brasiliano Cafu, addirittura capitano a Yokohama 2002 nel successo sulla Germania. A noi italiani però restano nel cuore soprattutto Spagna ‘82, in cui Bruno Conti meritò il soprannome di Marazico, e Germania 2006, quando Totti con una gamba bionica segnò il rigore decisivo nello spinoso ottavo contro l’Australia e De Rossi calciò con freddezza il tiro nella finale con la Francia. Di quella spedizione vincente faceva parte anche Simone Perrotta. Dybala diventa dunque il sedicesimo campione del mondo a rappresentare la Roma. I titoli in verità sono complessivamente 17 perché Guido Masetti, portiere della leggenda di Testaccio e del primo scudetto, ha vinto il Mondiale due volte. Ineguagliabile.


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