Brasile da day after: sarà la rivoluzione. Rischia anche Neymar

Delusione dopo l'eliminazione nei quarti dei Mondiali in Qatar, dal 2006 va sempre male: l’addio di Tite il primo passo. Staff tecnico, giocatori, incarichi direttivi: tutti sotto esame. Dal nuovo ct a Neymar, quanti dubbi
Brasile da day after: sarà la rivoluzione. Rischia anche Neymar© Getty Images
Roberto Zanni
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In Brasile un day after che sta diventando un’abitudine: si presenta ininterrottamente dal 2006. Solo una volta poi negli ultimi cinque Mondiali la Seleçao ha superato i quarti, nel 2014, ed era meglio non farlo visto l'1-7 casalingo nella semifinale con la Germania. Recrimina, piange il Brasile, lacrime però che in breve verranno asciugate dalla rivoluzione che aspetterà la Verde Amarela: staff tecnico, giocatori, ma anche gli incarichi direttivi della nazionale.

Tite in Italia?

«Il mio ciclo, come avevo già detto - le parole dell'ormai ex ct Tite - termina qui. Esistono altri grandi professionisti e non sono una persona che ha due parole». Il suo futuro? Sei mesi di riposo e poi l'Europa: parlerà con il suo agente Gilmar Veloz e vorrebbe allenare in Spagna o in Italia. Chi prenderà il suo posto? Il presidente della CBF, Ednaldo Rodrigues, ha dichiarato che la ricerca inizierà da gennaio e se verranno aperte le porte a un tecnico straniero, il candidato naturale non può essere che Abel Ferreira (portoghese, quindi anche il vantaggio della lingua) attualmente alla guida del Palmeiras, ma circolano anche i nomi di Luis Enrique, appena licenziato dalla Spagna e Thomas Tuchel, attualmente disoccupato. Tra i brasiliani Fernando Diniz (tecnico del Fluminense), Renato Gaucho (Gremio) e Dorival Júnior che non ha rinnovato con il Flamengo.

Nuova generazione

«Non posso garantire che giocherò un altro Mondiale». L'ha detto Neymar (31 anni in febbraio). Ma a parte l'attaccante del Psg , un cambio generazionale nella squadra è non solo atteso, ma anche necessario. Ovviamente Dani Alves, 39 anni, ma anche Thiago Silva (38), Alex Sandro (31), Danilo (31) non ci saranno nel 2026 e in prospettiva probabilmente pure Alisson (30). Il Brasile, e questo da sempre, non ha problemi nel trovare nuove stelle: c'è già ad esempio la rivelazione Endrick, attaccante, appena 16 anni, del Palmeiras che presto potrebbe passare al Real Madrid e André (21), centrocampista del Fluminense. Ma i ruoli più urgenti da coprire sembrano essere in difesa: laterali, candidati Caio Henrique e Vanderson del Monaco e i centrali con Vitão (Inter Porto Alegre) e Murilo (Palmeiras) in pole. L'elenco dei giocatori in procinto di far parte, con continuità, della nuova Seleçao che avrà il compito nel Mondiale a tre Stati Uniti-Messico-Canada, di cancellare il digiuno (ultima vittoria 2002) è comunque molto lungo e ci sono anche gli 'italiani' Dodô (Fiorentina), Ibañez (Roma), Marcos Antônio (Lazio) per arrivare fino a Éderson (Atalanta).

Addio e critiche

Ieri intanto la delegazione brasiliana ha lasciato il Qatar, Londra primo stop (dove la maggior parte dei giocatori hanno poi proseguito per le proprie destinazioni europee) e poi Rio de Janeiro. Richarlison prima di andare all'aeroporto si è però messo a parlare con i tifosi distrutti per l'eliminazione, facendo una promessa: «Grazie per le dimostrazioni d'affetto, la gente ha il cuore spezzato... Adesso il pianto, ma torneremo più forti». Intanto continua a fare il giro del web il video dove si vede Neymar redarguire i compagni, in particolare Fred, dopo il gol del pareggio della Croazia, preludio alla disfatta. «Non era necessario andare avanti - le sue parole - Resta qui. Mancano 5 minuti... Perché?». Ma chi più è stato sommerso dalle critiche Tite e tra i tantissimi che l' h anno accusato anche Wagner Ribeiro, ex agente di Ney: «Quest'uomo non è mai stato un allenatore» le sue parole. Ma il bomber non ha perso tempo per rispondere difendendo il ct: «Non dire stronzate, Wagner».


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