David e la maglia di Osimhen

David e la maglia di Osimhen© Getty Images
Stefano Chioffi
3 min

La bellezza di un gesto. C’è una data che i tifosi del Lilla ricordano con affetto: 22 dicembre 2021, freddo da neve, trasferta a Bordeaux, stadio Matmut Atlantique, Jonathan David gioca con i guanti di lana, firma di sinistro la vittoria per 3-2 all’84’ e corre da uno dei magazzinieri, vicino alla panchina. Si fa consegnare una rosa, la bacia e poi la alza verso il cielo per ricordare sua madre, morta due anni prima a causa di un cancro, dopo una vita con la corrente sempre a sfavore, cominciata a Haiti, sull’isola caraibica, dove il Mondiale di calcio lo hanno vissuto solo nel 1974 e gli unici due gol li hanno visti segnare da Emmanuel Sanon all’Italia di Zoff e all’Argentina di Kempes.

Un fiore per mamma Rose: il video è ancora su Youtube. Così Jonathan David è diventato un amico di famiglia per il Lilla e i suoi tifosi. Non solo per il titolo vinto in Ligue 1 a maggio del 2021, davanti al Psg. E neppure per i quarantuno gol in centoundici partite che hanno cancellato, alla Declathon Arena, ogni nostalgia per Victor Osimhen. Già, perché David ha sostituito il nigeriano, che ora fa sognare lo scudetto al Napoli. Ha girato il mondo, Jonathan.

E’ nato negli Stati Uniti, in un ospedale di Brooklyn, dove i genitori erano emigrati da Haiti. Ma a sei anni si è trasferito in Canada, dove ha preferito il calcio all’hockey su ghiaccio e al basket. Alloggiavano nella zona della comunità franco-ontariana di East-Ottawa. Ha studiato sui banchi della Louis-Riel, scuola statale, e suo padre ha lo stesso nome: Jonathan. Ha cominciato a giocare nell’Ottawa Gloucester Dragons. Rispetto per gli altri e coraggio: sono gli insegnamenti ricevuti dai genitori. E il 14 gennaio del 2018, quando è diventato maggiorenne, ha deciso di trasferirsi in Belgio, al Gent, con il cartellino in tasca. Sei mesi in prova, prima del debutto in campionato: 4 agosto, gol allo Zulte Waregem (1-1). Luis Campos, all’epoca ds del Lilla, lo ha scelto dopo una serie di blitz alla Ghelamco Arena, lo stadio del Gent, dove David era un idolo: trentasette gol in ottantatré presenze. Quando da Napoli sono planati sul conto in banca i settanta milioni per Osimhen, Campos ha consigliato a Paul Elliott Singer - che all’epoca controllava il Milan e il club francese - di investirne ventisette per Jonathan David. Un aff are: tredici gol in trentasette partite e il Lilla campione della Ligue 1, con Galtier in panchina. È il calciatore canadese più quotato insieme con Alphonso Davies, terzino sinistro del Bayern. Centravanti, seconda punta, trequartista. Un metro e 80, classe 2000, potenza e rapidità, è gestito dall’Axia Sports Management e ha un contratto fi no al 2025. Con nove gol ha portato la nazionale di John Herdman in Qatar, un traguardo che mancava dal 1986. Ha rifi utato, in passato, la convocazione degli Stati Uniti: nel 2018 lo aveva cercato al telefono Tab Ramos, che guidava l’Under 20. Anche il Milan, il Napoli e la Roma hanno raccolto relazioni su David. Il Lilla è l’oreficeria della Ligue 1. Ha scoperto Osimhen, Gabriel Magalhães (Arsenal), Botman (Newcastle), Eden Hazard (ora al Real Madrid). E poi Rafael Leão e Maignan (Milan), così come ha saputo rilanciare Renato Sanches, ora al Psg.

 


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