La Spagna si ritrova punto e a capo. A quattro anni da Russia 2018, la Roja si presenta alla barriera degli ottavi, varca la soglia dei mille passaggi, con un possesso palla prossimo al 70%, ma finisce nuovamente per venire eliminata ai calci di rigore. La scorsa edizione, la resa arrivò davanti ai padroni di casa, stavolta davanti al Marocco. In entrambi i casi, contro due rivali che, sulla carta, apparivano assolutamente alla portata. Il prestigioso Luis Enrique, che ha fatto un po’ il prezioso rimandando tutti i discorsi sul possibile rinnovo del suo contratto, che scade a fine anno, alla resa dei conti ha ottenuto il medesimo risultato di Fernando Hierro, ct messo sulla panchina della Selezione, in fretta e furia, per sostituire Julen Lopetegui giusto alla vigilia del debutto mundial di quattro anni fa. E, così, da un giorno all’altro, pare che i piani del presidente della Federcalcio Luis Rubiales siano cambiati. Il mantra «Lucho rimarrà il nostro selezionatore finché ne avrà voglia», ripetuto a ogni piè sospinto negli ultimi mesi, di colpo sembra non valere più. Potere dei risultati e, pure, dei repentini cambi d’umore dell’opinione pubblica.
Cambio di piano
Oltre all’opportunità di proseguire con un ct dallo stipendio piuttosto pesante per le casse della Federazione - si parla di 3 milioni netti l’anno, più o meno il doppio di quanto percepiva Vicente Del Bosque, trionfatore in Sud Africa e nella successiva Euro 2012 - si ragiona anche sull’opportunità di un drastico cambio di stile. Per un quadriennio, infatti, tanto l’ex tecnico della Roma che il suo sostituto ad interim Robert Moreno - 6 partite sulla panchina della Spagna mentre Luis Enrique aveva preso una pausa per stare vicino alla figlioletta malata - hanno lavorato alla costruzione di una squadra dalla filosofi a ben definita, anche a costo di esclusioni illustri. Barça style, dominio del gioco, possesso palla infinito. Ma non ha funzionato. Sensibile agli umori della piazza, Luis Rubiales, ora, potrebbe cogliere al balzo la possibilità per un cambio drastico.
I candidati
A quanto pare, tre sarebbero i nomi sulla lista del numero uno della Federazione. In pole position, il pragmatico Marcelino Garcia Toral, che dopo la separazione dell’Athletic Bilbao, ha rifiutato la corte di diverse big europee, in attesa della chiamata della Roja. Si tratterebbe di una scelta di totale rottura. Il secondo candidato è Roberto Martinez, fresco di separazione dal Belgio. La rosa dei papabili si chiude con Luis de La Fuente, campione d’Europa con l’Under 19 e con l’Under 21, che tutt’ora guida. Una decisione definitiva dovrebbe essere presa entro una settimana. Nel frattempo, la comitiva spagnola ha abbandonato il ritiro di Doha. Solo 14 dei 26 giocatori, però, sono rientrati in Spagna con staff tecnico e dirigenza. I restanti hanno pensato di godersi qualche giorno di vacanza nella zona. Fatto che ha suscitato l’indignazione sui social.