Italia U20, Giovane esclusivo: "La finale del Mondiale? Ho fatto un sogno..."

Il capitano della Nazionale Under 20, Samuel Giovane, presenta la finale di stanotte (ore 23) contro l'Uruguay: "Ci davano per spacciati, ma abbiamo dimostrato che con il gioco si vince sempre"
Italia U20, Giovane esclusivo: "La finale del Mondiale? Ho fatto un sogno..."© EPA
Giorgio Marota
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Samuel Giovane non aveva certamente bisogno di qualcuno che gli ricordasse che la coppa del mondo potrebbe alzarla lui. E che sui muri di Coverciano, da domani, potrebbe esserci pure la sua foto, dopo quelle di Zoff e Cannavaro in ricordo delle imprese iridate più “recenti” dei grandi. Eppure, il discorso finisce inevitabilmente lì: «Nella mia testa ho sognato e immaginato talmente tante volte di alzare il trofeo che mi sembra davvero possibile», dice il ragazzo al quale Nunziata ha affidato la fascia. 
 
Giovane, a 20 anni è azzardato considerare questa partita come l’occasione di una vita? 
«No, non lo è. Nessuno avrebbe creduto che questa Italia potesse arrivare fin qui. All’inizio si faceva la conta degli assenti, ci davano per spacciati, noi però siamo la dimostrazione che il gioco vince sempre». 

Questa sfiducia generale vi ha motivato? 
«Sì, ci ha resi più forti. Ci siamo detti: che cominci il Mondiale, poi lo dimostriamo noi cosa sappiamo fare». 
 
Com’è nata l’armonia che si vede in campo? 
«I nuovi sono entrati subito con la testa giusta, i più piccoli come Pafundi ed Esposito hanno dato un contributo straordinario. Siamo come fratelli, sembra che giochiamo insieme da sempre. E per alcuni di noi, in effetti, è anche vero». 

Parla della scuola Cesena? 
«Eh sì. Io, Casadei, Prati e Turicchia siamo cresciuti insieme da piccolini. Chi l’avrebbe mai detto che oggi saremmo stati qui a giocarci un Mondiale». 
 
Terzino, mezzala, esterno... ma qual è il suo vero ruolo? 
«Negli ultimi anni ho fatto la mezzala, con l’Atalanta per l’infortunio di un compagno sono stato utilizzato da centrocampista centrale e in nazionale ho cominciato a fare il terzino sinistro. Da bambino mister Elvio Sanna mi cambiava continuamente ruolo e mi faceva arrabbiare, oggi lo ringrazio». 
 
Che idea vi siete fatti dell’Uruguay? 
«Gli uruguaiani non mollano mai, hanno qualcosa in più degli altri a livello caratteriale. Questa squadra, poi, ha una grande tecnica e una difesa arcigna. Forse è l’avversario peggiore con cui giocarsi una finale». 

Qual è il vero segreto di questa Italia? 
«Ascoltiamo “Notti magiche” a tutto volume sul pullman e in campo ci divertiamo da matti perché teniamo sempre noi il pallino del gioco». 
 
C’è un dj in squadra? 
«Quello che mette la musica è Desplanches, ma i cori li fa partire Fontanarosa. Un vero ultras». 
 
Quanto le è servita l’esperienza in Serie B con l’Ascoli? 
«Tantissimo, è stata una grande gavetta. I giovani devono giocare per crescere. Sicuramente torno all’Atalanta più forte». 


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