Moviola Como-Lazio, il primo annuncio di Manganiello dopo il Var: "Fuorigioco"

Gli episodi più discussi della sfida tra gli uomini di Fabregas e i biancocelesti
Edmondo Pinna

Como-Lazio

Manganiello: 6,5

In fondo, giusto sia stato lui: lo scorso anno ha tirato fuori dalle secche in diverse occasioni la barca di Rocchi, che sembrava poter far acqua. Il primo “VAR in-stadium announcement”, ovvero la spiegazione data dall’arbitro live, porta la firma di Gianluca Manganiello, 43 anni, direttore di gara di Pinerolo, che da qualche tempo a questa parte ha aumentato il suo livello di arbitraggio, risultando spesso decisivo nelle rotazioni (ristrette) del designatore. «A seguito di revisione, il numero 11 della Lazio è partito in fuorigioco. Decisione finale: fuorigioco!» per scrivere un pezzo di storia del calcio italiano. Il tutto detto e scandito da Manganiello che sembrava di vedere un filmato dell’Istituto Luce sul Ventennio. Certo, la prima storica volta “bruciata” per un fuorigioco è poca cosa, l’offside è materia oggettiva, non discutibile, anche quando arriva per pochi centimetri (quanto misurerà il deltoide di Castellanos?). C’è il SAOT, le linee semiautomatiche che fanno infuriare quelli che «non è più calcio», ma questa è la tecnologia e questa vale, per tutti. Impossibile da vedere per l’assistente numero due, Alassio, l’altra faccia (triste) dell’annuncio allo stadio, l’offside del Taty sul lancio di Gila, quel pezzetto di spalla sinistra poteva vederlo solo la tecnologia oltre Kempf. Il che ha dato la possibilità a Manganiello di esibirsi, anema e core. Un pezzo di storia è andato. Diventerà una consuetudine.

No rigore

E per il resto? Concreta la partita dell’arbitro piemontese, rivedibile solo dal punto di vista disciplinare ma accettato dai giocatori (non tutti) in campo. I suoi numeri parlano di 27 falli fischiati e 5 ammoniti, gara tenuta con personalità. Due gli episodi in area, entrambi in quella del Como, entrambi con protagonista Castellanos. Il primo sul finire del primo tempo, contatto con Perrone che lo “tampona” da dietro, Manganiello resta fedele a se stesso, il VAR lo supporta. C’è poi un body check di Kempf ancora sull’argentino sul passaggio al centro di Zaccagni, troppo poco per pensare al penalty.

 


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Regolare il gol del Como

Regolare la rete della rete di Douvikas: al momento del lancio di Nico Paz, c’è sicuramente Provstgaard che tiene tutti in gioco ma il giocatore di Fabregas sembra dietro anche Gila, rete assolutamente regolare. Ci sta anche la punizione che ha portato al 2-0, sulla quale la Lazio ha protestato per la distanza della barriera. Difficile stabilirlo con esattezza, guardando le linee del taglio dell’erba, forse mezzo metro in più.

Disciplinare

Cinque gli ammoniti, rischia un po’ Van der Brempt: ammonito al 38’ su Zaccagni, meritava un altro giallo ad inizio partita per un fallo praticamente identico.

VAR: Aureliano 6

Entra anche lui nella storia.

 


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Como-Lazio

Manganiello: 6,5

In fondo, giusto sia stato lui: lo scorso anno ha tirato fuori dalle secche in diverse occasioni la barca di Rocchi, che sembrava poter far acqua. Il primo “VAR in-stadium announcement”, ovvero la spiegazione data dall’arbitro live, porta la firma di Gianluca Manganiello, 43 anni, direttore di gara di Pinerolo, che da qualche tempo a questa parte ha aumentato il suo livello di arbitraggio, risultando spesso decisivo nelle rotazioni (ristrette) del designatore. «A seguito di revisione, il numero 11 della Lazio è partito in fuorigioco. Decisione finale: fuorigioco!» per scrivere un pezzo di storia del calcio italiano. Il tutto detto e scandito da Manganiello che sembrava di vedere un filmato dell’Istituto Luce sul Ventennio. Certo, la prima storica volta “bruciata” per un fuorigioco è poca cosa, l’offside è materia oggettiva, non discutibile, anche quando arriva per pochi centimetri (quanto misurerà il deltoide di Castellanos?). C’è il SAOT, le linee semiautomatiche che fanno infuriare quelli che «non è più calcio», ma questa è la tecnologia e questa vale, per tutti. Impossibile da vedere per l’assistente numero due, Alassio, l’altra faccia (triste) dell’annuncio allo stadio, l’offside del Taty sul lancio di Gila, quel pezzetto di spalla sinistra poteva vederlo solo la tecnologia oltre Kempf. Il che ha dato la possibilità a Manganiello di esibirsi, anema e core. Un pezzo di storia è andato. Diventerà una consuetudine.

No rigore

E per il resto? Concreta la partita dell’arbitro piemontese, rivedibile solo dal punto di vista disciplinare ma accettato dai giocatori (non tutti) in campo. I suoi numeri parlano di 27 falli fischiati e 5 ammoniti, gara tenuta con personalità. Due gli episodi in area, entrambi in quella del Como, entrambi con protagonista Castellanos. Il primo sul finire del primo tempo, contatto con Perrone che lo “tampona” da dietro, Manganiello resta fedele a se stesso, il VAR lo supporta. C’è poi un body check di Kempf ancora sull’argentino sul passaggio al centro di Zaccagni, troppo poco per pensare al penalty.

 


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