<br /> Il doppio morso della lupa e i rimpianti di Pioli

Ogni tifoso sogna di vincere un derby così. La Roma ha giocato una partita al massimo delle possibilità attuali. La Lazio invece ha qualche rammarico...

Il doppio morso della lupa e i rimpianti di Pioli
Stefano Barigelli
2 min

ROMA - Ogni tifoso sogna di vincere un derby così. Un derby in cui la tua squadra è sfavorita, gli avversari sono più forti e più belli, tanto che ti aggrappi al pareggio come la migliore delle ipotesi. Un derby in cui parti male, talmente male che tutti i tuoi i neri presagi sembrano materializzarsi in passaggi, cross, tiri contro la porta della tua squadra. Poi, siccome il derby resta il regno dell’imprevedibile, poco alla volta, tutto cambia. La tua squadra regge, cresce, diventa perfino pericolosa. Al punto di vincere, alla fine, con due giocatori che non t’aspetti, due più contestati che amati: Iturbe e Yanga-Mbiwa, due facce da derby. La Roma ha giocato una partita al massimo delle possibilità attuali, la migliore da mesi. Garcia tra infortunati, acquisti discutibili e giocatori dispersi, ha trasformato la propria squadra da spettacolare in rognosa. Perfino brutta, capace però di capitalizzare ogni errore avversario, ogni mezza occasione, anche sporca. Garcia contro la bellissima Lazio di Pioli non ha commesso errori di presunzione pagati poi cari, come con il Bayern Monaco, per esempio. Il francese è partito da due dati di fatto: la forza della Lazio e il vantaggio che gli concedeva la classifica. Su quelli ha costruito con pazienza un successo che significa tantissimo, per sé e per la Roma. Significa la Champions League diretta, quindi la possibilità di fare un mercato adeguato alle necessità, che permetta di fare meglio in Europa e di battersi per lo scudetto.

La Lazio ieri e con la Juve mercoledì scorso ha perso due partite importanti. Ma non deve avere rammarichi. Non per questi due risultati, almeno. Deve semmai rammaricarsi di non essere riuscita ad arrivare al derby davanti alla Roma, pur avendone la possibilità. Quanto alla Coppa Italia, una finale così, giocata alla pari con una delle squadre più forti d’Europa deve solo convincerla che ha tutti i numeri per restare protagonista in Italia e diventarlo in Europa. La Roma ha segnato dopo la sostituzione di Totti, per cui si è rianimata, già nei commenti del dopo partita, la dibattuta questione sul tema: deve continuare oppure no? Roma è una città che ha una strana memoria: sul momento dimentica facilmente, salvo poi recuperare nel tempo, quando il ricordo si fa storia. Mettiamola così: Totti è giusto decida da sé il proprio futuro. Sceglierà, siamo certi, pensando al meglio per la Roma. Nessuno può dirsi più romanista di lui.


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