Napoli-Inter: Higuain-Icardi, magie argentine

L’azzurro è nella piena maturità, l’interista rappresenta la generazione "fast and furious"
Napoli-Inter: Higuain-Icardi, magie argentine
Furio Zara
2 min

ROMA - Gol for me, Argentina. Higuain, Icardi. Stessa razza. La qualità che li accomuna è la grande capacità nel saper distinguere le cose importanti da quelle secondarie. Niente svolazzi, qui si bada al sodo. Per il resto: Gonzalo gioca (per la squadra), Maurito aspetta (la squadra). Higuain è una cena completa, Icardi un dessert favoloso. In quell’orchestra che è il Napoli di Sarri, il Pipita si muove al tempo dei compagni: do-re, lui fa (gol). In quel grande Lego che è l’Inter, Icardi è il pezzo finale, quello che dà senso alla costruzione (esempio massimo: triangolo con Ljajic, gol al Frosinone). Higuain è nel pieno della maturità, si è asciugato nel fisico, acquisendo leggerezza senza perdere la potenza. Jorge Valdano, ex campione del mondo (Argentina 86) ed oggi il più illuminato tra gli scrittori di calcio, ha scritto di lui «Mi piace tutto di Higuain, perfino come esulta dopo i suoi gol. È instancabile nella ricerca del gol».

Maradona l’ha definito un incrocio tra Crespo e Batitusta, altri due che nel genere (segno dunque sono) sono nella top10 degli ultimi tre decenni. Paragonarlo a Careca è una bella suggestione, ma sono due campioni diversi. Icardi appartiene ad una generazione «fast and furious», è già al quarto anno di serie A (terzo per Higuain), ma la sua bacheca è vuota come un frigo al ritorno da una vacanza. Lì in fondo, nel ripiano in alto vicino al ghiaccio c’è la coppa di capocannoniere vinta l’anno scorso. Punto, stop.

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