VERONA - Il ministro della Difesa prende gol anche di lunedì sera, su calcio di rigore, salvo poi ammirare la bellezza di un Perisic fino ad allora un po’ in ombra che cambia marcia e delibera il 2-1 finale che condanna il coraggio del Verona. L’Inter continua a vincere e in questa serie fortunata c’è tanto di Spalletti: 29 punti nelle prime 11 giornate, in casa nerazzurra, non li aveva toccati neanche José Mourinho nel suo anno di grazia.
Verona-Inter 1-2: tabellino e statistiche
PRIMO TIRO INTER? AL 22' - Al contrario di quanto si creda, il Verona non si fa per nulla intimidire da chi ha davanti. La partita è quasi sempre di controllo interista, ma la squadra di Pecchia nel momento in cui trova spazio attacca in velocità e almeno sul piano potenziale scoraggia ripetutamente la difesa di Spalletti. Uno dei quadretti porta la firma di Romulo e Cerci con la sterzata del primo che mette fuori causa Nagatomo e con la conclusione del secondo, respinta dal corpo di Miranda. Il possesso palla dell’Inter trova un senso soltanto intorno al 20’ e cioè quando viene messo a referto il primo tiro nello specchio per l’Inter: Vecino prende la mira, Nicolas blocca a terra senza alcun problema.
BORJA GOL - Ma in campo c’è un fenomeno, che fa il suo “sporco” lavoro anche quando non va in rete. Il terrore dei centrali gialloblù nei confronti di Maurito Icardi è talmente forte che lo seguono come i più professionali dei bodyguard: ignorano l’inserimento di Borja Valero e lo spagnolo, in tutta tranquillità, non può far altro che depositare in rete l’assist dalla destra di Candreva (36’).
LA TOCCA PIANO - L’1-1 ha vita breve, i sogni di Pecchia e dei tifosi durano otto minuti. E se Vecino si ferma sulla traversa, staccando di testa da posizione defilata, Perisic si spinge oltre concentrando tutta la propria potenza sul piede destro (che novità!) e bucando dal limite dell’area la porta dell’incolpevole Nicolas sugli sviluppi di un calcio d’angolo (67’). Il Verona va a un passo dal clamoroso 2-2: l’azione sfuma a causa del Pazzo che non riesce per un soffio a deviare in porta il suggerimento di Fares. I cinque minuti di recupero non portano nessun tipo di gioia ai gialloblù, il fischio finale è invece il benessere di Spalletti che torna a casa con un piccolo pezzo di storia cucito sul petto.