Ecco perché lo scudetto lo vincerà il Napoli

Sarri ce la farà, tutta la squadra è cresciuta molto. Zielinski sarà l'uomo in più e Milik sta tornando
2) L’organico. Se è vero (ed è vero) che la Juve ha una rosa più forte e più ricca di quella del Napoli, ora a Sarri bastano i suoi 12-13 titolari non avendo altri impegni che il campionato.© EPA
Ivan Zazzaroni
3 min

ROMA - Un campionato l’ha già vinto quasi senza accorgersene. Trentanove le giornate, una più del solito, differenti le date di apertura e chiusura e inevitabilmente i riscontri finali: dall’8 gennaio 2017 al 30 dicembre scorso. Nel torneo che chiamerei “solare” - naturale l’omaggio a Napoli - ha conquistato 99 punti perdendo solo due volte, mentre la Juve si è fermata – si fa per dire – a 96 e con una gara in più (dodici mesi fa giocò il recupero col Crotone): 96 i gol fatti da Mertens e compagnia e 31 quelli subiti, contro gli 89 a 28 della squadra di Allegri.

Il titolo virtuale conta nulla ma dice tanto: afferma il valore di una continuità cercata, trovata e a lungo mantenuta (media punti 2,54 contro 2,40), novità la cui origine va individuata in un progresso sostanziale, questo: il Napoli non ha aumentato i punti di forza, ha però ridotto quelli di debolezza, se si considera che pur avendo perso il confronto diretto, oltretutto in casa, si ritrova ancora primo: questo significa che il suo percorso è decisamente migliore.

La crescita è mentale: penso ad esempio a due anni fa quando, sopra di due punti, andò a perdere a Torino e subì un forte contraccolpo; stavolta ha lasciato i punti alla Juve ma si è rimesso a marciare spedito. Il Napoli di Sarri è l’anomalia della Serie A, non è sempre bellissimo, questo va detto, e ogni volta che porta a casa i tre punti senza incantare viene puntualmente ridimensionato dai tifosi della concorrente diretta, le cui conclusioni sono, di solito, queste: “Tutto qui, il bel gioco del maestro?”, “maestro di cosa, poi?”, “alla fine contano le vittorie, tutto il resto sono chiacchiere”. Giorni fa un allenatore di Serie A del quale non posso fare il nome - se lo tradissi mi inseguirebbe col forcone - confidava che è più complicato affrontare il Napoli della Juve, «perché, prima cosa, non ti fanno uscire» chiariva «e poi hanno un palleggio che può essere rapido ma anche lento e disturbante; se li aspetti una volta che ti hanno colpito sei morto; se provi a giocare e concedi spazio ti puniscono». 

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