Cristiano Ronaldo, inesorabile

Cristiano Ronaldo, inesorabile© Getty Images
Ivan Zazzaroni
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Tanto alla fine lo fa, vedrai che segna. Tanto vincono loro. A Ronaldo, alla Juve non basta neppure un gol annullato per fuorigioco al 94’ per lasciare per strada punti allo Stadium. C’è sempre il minuto in più: in effetti 96’, rigore, Ronaldo sul dischetto, 2 a 1 e di nuovo primi. Fino alla fine, hasta el final.

L’inesorabile. Qualcosa contro cui non si può lottare. Come contro (o per) gli arbitri. I quali ripetono spesso che il regolamento parla chiaro. Poi però intervengono le spiegazioni e le indicazioni del designatore, le interpretazioni, le eccezioni, le troppe contraddizioni. Anche Nicchi, the president, ripete spesso una cosa, e cioè che il regolamento bisogna conoscerlo mentre molti commentatori e tanti tifosi ne ignorano il contenuto, gli aggiornamenti e, aggiungo io, le astuzie di chi legifera: «L’importante è propagare la confusione, non eliminarla», disse Salvador Dalì, ispiratore involontario dei membri dell’Ifab.

Da sufficientemente insoddisfatto degli arbitri - alle nuove generazioni riconosco tuttavia una crescita sul piano della “moralità” - segnalo di nuovo (visto che da giorni ne scrive Barbano) le domande che milioni di appassionati e la maggior parte dei critici continuano a porsi: perché un arbitro ricorre al Var e l’altro, trovandosi a dover giudicare un episodio identico, no? Perché di fronte a casi assai controversi quali, ad esempio, quelli di Napoli e Udine, i comportamenti dei direttori di gara aumentano le perplessità invece di eliminarle?

E l’espulsione di Fazio: vogliamo parlarne? Una corsetta di una trentina di metri per andare a rivedere l’azione non avrebbe potuto giovare a Irrati e al calcio?

Cos’ha visto Giacomelli quando Kjaer, disinteressandosi del pallone, è andato addosso a Llorente che stava saltando per colpirlo? Secondo un’interpretazione condivisa da numerosi direttori di gara il fallo l’avrebbe commesso prima lo spagnolo spostando col braccio il difensore. Delle due l’una: se l’arbitro avesse visto la scorrettezza di Llorente avrebbe dovuto fischiare la punizione contro il Napoli; non avendolo notato, avrebbe dovuto fischiare il rigore. In ogni caso, ha sbagliato condizionando il risultato.

Faccio presente alla classe arbitrale che in Italia - secondo il Censis - ci sono oltre 43 milioni di televisioni e 8 milioni di tablet: si rende necessaria una collaborazione più convinta tra chi giudica dal campo e chi dal video. In altre parole: c’è un episodio molto dubbio, lo si va a rivedere. Nessuna minaccia all’autonomia degli arbitri: chiarezza, giustizia.


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