ROMA - L'emergenza coronavirus si è abbattuta sull'Italia e sul calcio tricolore, che ha visto saltare ben 4 delle 10 gare dell'ultima giornata di campionato. Per ovviare al problema di un calendario intasato che non permette recuperi, la Federcalcio ha chiesto al Governo di far disputare a porte chiuse le gare del prossimo turno di campionato nelle regioni interessate dal coronavirus, trovando l'accoglimento da parte dell'esecutivo. Tra le gare coinvolte Juve-Inter, che si giocherà domenica 1° marzo in un "Allianz Stadium" deserto, ma non solo. Oltre al "Derby d'Italia" si disputeranno senza tifosi anche Udinese-Fiorentina, Sassuolo-Brescia, Parma-Spal e Milan-Genoa. Ma quale sarà l'impatto economico sui conti dei club?
Juve "salva", il Milan rinuncerà a 1 milione di euro
La Juventus sarà "salva", almeno per quanto riguarda l'incasso dai botteghini. I bianconeri, al pari di altri dieci club di A, non prevedono nessun tipo di rimborso, né agli abbonati, né ai paganti in caso di gara disputata a porte chiuse. Comportamento finito nel mirino dell'Antitrust e considerato come una clausola vessatoria: l'ultimo Juve-Inter giocato allo "Stadium" ha registrato un afflusso di 41.495 spettatori per un incasso di 3 milioni di euro e 163mila euro. Mancheranno però i ricavi indotti, vale a dire gli acquisti allo store, consumazioni in bar e ristoranti e ingressi ai musei. Diverso il discorso per quanto riguarda il Milan che, vista la gara a porte chiuse con il Parma a San Siro, dovrà rinunciare ad 1 milione di euro di incasso. Già ieri il club rossonero ha comunicato di aver avviato le procedure di rimborso dei biglietti già acquistati. Il Sassuolo, invece, per la gara a porte chiuse contro il Brescia rimborserà i soli abbonati.