Protocollo ok, ora tocca al Premier Conte

Scienziati divisi, ma non c’è chiusura alla ripresa del calcio. E dal governo ribadiscono: sarà una decisione politica. Ieri il comitato di consulenti dell’esecutivo ha esaminato le soluzioni proposte dalla Figc. Accoglienza positiva con qualche perplessità. La discussione continua e il ministero dello sport non ha cambiato idea: il 4 maggio potranno riprendere gli allenamenti individuali
Protocollo ok, ora tocca al Premier Conte© ANSA
Marco Evangelisti
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ROMA - La nave partirà, probabilmente, e come da canone senza sapere dove si sta andando. Non con precisione, almeno. Intanto il comitato tecnico-scientifico che apre la rotta alle decisioni del governo ha preso in mano il protocollo attraverso il quale il calcio conta di rialzarsi e tanto per cominciare allenarsi. Non ha fatto la faccia feroce, anzi. Ha gradito lo sforzo e il contenuto. Con qualche obiezione, non esattamente insormontabile.

Così, mentre il consiglio dei ministri dà le ultime arrotondate al prossimo decreto che allenterà le misure d’assedio e conta di illustrar-lo tra oggi e lunedì prossimo, permangono oggettivamente i dubbi intorno alla ripresa del calcio giocato, perlomeno della Serie A che altrettanto oggettivamente è più pronta degli altri a ricominciare. Però niente chiusura e neppure indifferenza. Oggi torneranno a parlarne, a dispetto delle bizzarre dichiarazioni del direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro: «Il comitato tecnico-scientifico non ha affrontato il problema del calcio. Quando ci verrà posto, lo faremo». Bizzarre perché sono settimane che sul tema partono appelli e contrappelli e lo stesso sottosegretario alla salute Sandra Zampa ha messo esplicitamente la questione sul tavolo del comitato.

Il ministro dello sport Vincenzo Spadafora non sembra avere cambiato idea nelle ultime ore. Conta di dare il suo ok alla ripresa degli allenamenti individuali a partire dal 4 maggio. Per almeno due settimane non concederà di più. Se poi la situazione epidemiologica registrerà schiarite evidenti, allora si potrà pensare a sedute di gruppo. Naturalmente questo significa che non ci sono certezze sulla data di un effettivo riavvio delle competizioni. Come non ce n’erano ieri. C’è un piano la cui effettiva realizzazione è appesa agli eventi.

Perché allenarsi divisi dalle distanze di sicurezza, come da protocollo, è una cosa, farlo in gruppo un’altra (magari si riapre dal 18, come bar e ristoranti) e giocare sul serio un’altra ancora. Ieri Giovanni Rezza, direttore del dipartimento malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, ha ribadito la sua prudenza: «Far ripartire il calcio è una decisione difficile, non mi sembra che ci siano condizioni di rischio zero. Il distanziamento sociale pare scarsamente applicabile.

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