Serie A in chiaro, giornata decisiva: Spadafora incontra Sky

Segnali positivi dai broadcaster ma l’ipotesi di una “Diretta Gol” perde quota. Qualche partita sarà visibile a tutti
Serie A in chiaro, giornata decisiva: Spadafora incontra Sky© ANSA
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MILANO - Calcio in chiaro, oggi si decide? Molto probabile che sarà una giornata fondamentale. Nel pomeriggio, infatti, ci sarà il previsto incontro tra il ministro Spadafora e l’ad di Sky, Ibarra. Il piano del titolare del dicastero dello Sport è noto da tempo: il campionato deve ripartire con alcune immagini visibili a tutti e non soltanto a chi è abbonato alle pay tv. Se n’è parlato la prima volta a marzo, quando andò in scena l’ultima giornata prima dello stop, quella disputata a porte chiuse. Allora furono polemiche. Ora, invece, dopo che anche all’estero è stata imboccata questa strada, in differenti “configurazioni”, sembra sia stato individuato un percorso che dovrebbe sfociare un accordo. Almeno è quello che si augura Spadafora, in base alle interlocuzioni avute nelle ultime settimane, non soltanto con Sky, ma anche con Dazn, anch’essa titolare di una parte dei diritti per il criptato, più la coppia Rai e Mediaset, che invece detiene quelli per gli highlights in chiaro.

Nessuna forzatura

A ogni modo, sul tavolo c’è ormai un doppio scenario: da un lato, la trasmissione di alcune gare in chiaro, dall’altro, la cosiddetta “Diretta Gol”. Ma quest’ultima soluzione sta perdendo colpi, visto che sono considerate troppe le finestre in cui sono distribuite le partite. Come già sottolineato, ci sono più interlocutori da accontentare e Spadafora vorrebbe evitare qualsiasi tipo di forzatura. A tutti i broadcaster è già stato spiegato come questa scelta non debba essere interpretata nei termini di una punizione nei loro confronti, ma unicamente del desiderio di venire incontro alla popolazione, dando un segnale. Il ministro preferirebbe evitare un intervento normativo, ma in caso di necessità ha già annunciato che non si tirerà indietro. Magari occorrerà intervenire formalmente per “sospendere” la legge Melandri, che, appunto, non prevede diritti per il chiaro. Si tratterebbe, però, solo di un passaggio tecnico. [...]

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