La Serie A prova ad anticipare: ecco i nuovi orari delle partite

La Serie A prova ad anticipare: ecco i nuovi orari delle partite© Getty Images
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La serie A prova a cambiare i suoi orari. Ma mettere d’accordo tutte le parti in causa, dalle televisioni ai Calciatori, passando per i club, si sta rivelando la solita “impresa da Titani”, o quasi. Ad ogni modo, come anticipato dal Corriere dello Sport-Stadio, già da qualche giorno si sta lavorando ad una ricalibrazione delle finestre. E la giornata di ieri ha prodotto un potenziale nuovo scenario.

Serie A, ecco quando si giocherebbe con i nuovi orari

In sintesi, il piano sarebbe quello di anticipare tra 15’ e 30’ il fischio d’inizio di ogni slot: non si giocherebbe più alle 17.15, alle 19.30 e alle 21.45, ma alle 17, alle 19.05 e alle 21.15. Si tratta dell’ipotesi più plausibile, se non l’unico che accontenterebbe almeno in parte le esigenze di tutti. Ma restano ancora delle resistenze e quindi una fumata bianca non è da dare per scontata. Peraltro, da via Rosellini, ieri sera, trapelava un certo pessimismo. Tuttavia, visto che l’eventuale varo delle nuove finestre è stato fissato per il week-end dell’11 e 12 luglio, esiste ancora un sufficiente margine temporale per sbloccare la situazione.

Ecco i problemi per l'anticipo delle partite

Come già sottolineato, si devono incastrare necessità e paletti. Come noto, i Calciatori non accettano di scendere in campo prima delle 17: le temperature troppo elevate sono un pericolo. Allo stesso modo la pensano diversi allenatori, tra cui Sarri, che lo ha esplicitato in maniera colorita. Recuperare un quarto d’ora, quindi, sarebbe il massimo consentito. Dall’altra parte, però, le televisioni chiedono un intervallo di 2 ore e 15’ tra una finestra e l’altra, in modo da poter incastrare i commenti pre e post gara, nonché gli spazi commerciali. In questo modo, però, la finestra notturna potrebbe essere anticipata soltanto dello stesso quarto d’ora. Quindi il triplice fischio arriverebbe comunque dopo le 23. E’ vero che non si slitterebbe fino alle 23.30, o alle 23.40, considerando pure i recuperi, ma il vantaggio sarebbe comunque limitato. In base ad un’analisi puntuale dell’audience, Sky in particolare ha scoperto che dopo le 23 una parte del pubblico “sparisce”. 

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