Bergomi sullo scudetto: "Se dovessi puntare un euro lo farei sul Napoli"

Intervistato da Rai Radio2 nel format 'I Lunatici', l'ex difensore dell'Inter parla della lotta scudetto. Una battuta su Italia '90: "Ferita ancora aperta"
Bergomi sullo scudetto: "Se dovessi puntare un euro lo farei sul Napoli"© LAPRESSE
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ROMA - "Se dovessi puntare un euro direi Napoli. A inizio anno pronosticavo la squadra di Spalletti. Ma attenzione all'Inter. Lotta aperta anche con il Milan. E non dimentichiamo l'Atalanta". Con queste parole, ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", Beppe Bergomi parla di una lotta al titolo al momento molto avvincente. Campione del mondo nel 1982, lo "Zio", non riesce a mettere da parte l'amarezza per Italia 90."Il rimpianto non si spegne mai". Sulla squadra di Mancini: "Sono preoccupato. Ci siamo complicati la vita". Anche se halegato tutta la sua carriera all'Inter, Beppe svela che "Da bambino tifavo Milan. Ho fatto un provino con loro, mi hanno lasciato a casa per reumatismi nel sangue e poi ho deciso io di andare all'Inter. E la mia vita è cambiata. Da bambino sognavo di fare il calciatore, ci sono arrivato con fatica e dedizione e grazie alle scelte fatte dalla società".

Su Paolo Rossi: "Avevamo un bel rapporto"

L'anno prossimo uscirà una docuserie sul compianto attaccante della Nazionale, a quasi 40 anni dal successo in Spagna: "Avevamo un rapporto buonissimo. Paolo era un buono, aveva un sorriso per tutti, era sempre disponibile. Mi ha aiutato molto nell'inserimento. Poi ho avuto la fortuna di lavorare con lui come opinionista sportivo. Era solare, aveva un sorriso incredibile e amava la vita. Abbiamo saputo della sua scomparsa all'improvviso, non ha mai voluto comunicare nulla. Neanche ad Antonio Cabrini, il suo amico, quello con cui divideva la camera. Ha deciso di stare con la sua famiglia, nel suo dolore".

Bergomi: "Ho pianto solo per Radice"

L'avversario più forte mai incontrato dallo 'Zio' è stato Van Basten, ma "ricordo anche un ragazzo del Dukla Praga che si chiamava Bittinger, che non prendevo mai. Se ne andava sempre. Quella partita col Dukla Praga fu sospesa a metà del secondo tempo per nebbia. Avevo il timore di doverlo affrontare di nuovo". Infine, una battuta sugli allenatori avuti in carriera: "Ho pianto solo per Radice. Esaltava le qualità  dei giovani. Poi ho un bellissimo ricordo anche di Gigi Simoni, che mi fece fare una stagione incredibile a 36 anni e mi portò a fare il mio quarto mondiale. Poi li ricordo tutti con affetto". 


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