Zola esclusivo: "Fughina Inter in Serie A, quanto mi manca Maradona..."

"Simone è stato bravo a personalizzare lo splendido lavoro di Conte, ma la lotta scudetto è apertissima. Ogni giorno penso a Diego, ho giocato con il più grande di tutti"
Zola esclusivo: "Fughina Inter in Serie A, quanto mi manca Maradona..."
Antonio Giordano
3 min

La colonna sonora, che t’arriva in sottofondo, è un inno al calcio contemporaneo, e in una giornata uggiosa, standosene adagiato tra i profumi d’una Sardegna d’amare, Gianfranco Zola spalanca le finestre e si concede un pizzico di boxing day per respirare aria di football. «Sto vedendo il City di quel signore lì che in panchina dispensa emozioni come quel piccolino con il quale giocai a Napoli, ricordi? Faceva cose divine. Ti posso richiamare alla fine?». Mentre il mondo rotola in quella dimensione favolistica, il «grande» Ufficiale dell’Ordine dell’Impero britannico ci trascina senza finte dentro il suo magic box, un microcosmo ch’è ricco di sentimenti, racchiuso nell’espressione dolente che lo racconta tutto. «Io penso spesso a Diego e mi manca. Non mi rassegno alla sua assenza ma è come se lo vivessi. Il più grande di tutti con il quale ho condiviso un tempo». Che vive in un ricordo straziante.

Partiamo da Lui, allora, Gianfranco.
«L’unico a mettere d’accordo chiunque. Con la numero 10 e con il sinistro, disegnava capolavori mai più visti. Non riesco a raccontare quante volte io - in una giornata - mi fermi a riflettere su Diego, che mi ha segnato. Mi manca, non accetto che non ci sia più ma siamo impotenti e dobbiamo solo piegarci a quello che ha deciso il destino. Però è stato il più grande di tutti, senza discussione».

Intanto, il boxing day l’ha tenuta sveglia.
«La magia di quel mondo è tutta sua. C’è una atmosfera che conquista e il calcio sta aiutando chiunque a lasciare da parte, per un poco, le preoccupazioni. Il City è fantastico: da uomo di campo, come giocatore e poi come allenatore, dico che è frustrante giocare contro di loro. Rientrano in una categoria speciale e a parte e il merito è innanzitutto di Guardiola. Ogni tanto, come contro il Leicester, si prendono qualche rischio, ma sono strepitosi».

Ma Zola si sta divertendo anche con il calcio italiano?
«Molto, anzi moltissimo. E’ migliorato il livello di gioco, si insegue la vittoria attraverso il gioco e questa secondo me è la strada giusta. Poi ognuno ha la propria strategia, ma ce ne sono state - e diverse tra loro - che hanno un senso».

La fuga dell’Inter la insospettisce?
«Per ora è ancora una fughina, direi. Ma è pure un’indicazione sulla forza di una squadra che Inzaghi ha personalizzato sfruttando l’enorme e splendido lavoro di Conte. Le fondamenta le ha buttate giù Antonio, che ha pure vinto, poi Simone è intervenuto con intelligenza, ci ha messo parecchio di suo ed ha confermato ciò che si sapeva di lui, e cioè che è bravissimo. Ma complimenti anche a Marotta e ad Ausilio, perché ceduto Lukaku e Hakimi e dovendo rinunciare a Eriksen, sono andati a comprare uomini simili a quelli dai quali si erano dovuti separare».

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