Pizarro esclusivo: "Roma e Fiorentina, i miei amori"

Intervista al doppio ex: "È una sfida tra due tecnici super. Italiano poteva avere già il pass per l’Europa ma trova i giallorossi un po’ distratti dalla Coppa"
Pizarro esclusivo: "Roma e Fiorentina, i miei amori"
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FIRENZE - Fiorentina-Roma non può non essere la sua partita. David Pizarro, per tutti il “Pek”, è riuscito nell’impresa di essere protagonista tanto nell’ultimo ciclo vittorioso dei giallorossi (con Spalletti in panchina e tre trofei in bacheca) quanto in quello calcisticamente più spumeggiante alle dipendenze di Montella a Firenze, con tre quarti posti e una semifinale di Europa League. Un professore del pallone che però non ha mai smesso di studiare: «Mi manca solo il patentino Master poi potrò iniziare ad allenare» racconta. «Il corso di Coverciano partirà a settembre, ho ancora un po’ di tempo».

Nel frattempo, Pizarro, si è goduto la Roma in finale di Conference League: è sorpreso?
«Era importante centrare questo traguardo dopo una stagione più di bassi che di alti. È un piazzamento importante, soprattutto per il lungo digiuno che ha la Roma da trofei. Ora però la Coppa va sollevata».

Quanto ha contato fino ad oggi l’effetto Mourinho?
«Tanto, forse tutto. Mou è una garanzia, la storia parla per lui. Però all’inizio ha trovato le stesse difficoltà di chi lo ha preceduto e la Roma, per scelte economiche, non ha potuto costruire la squadra che lui aveva in mente. Per questo il suo lavoro vale doppio».

Chi spera di tornare in Europa è la Fiorentina, con cui lei nel 2015 una finale l’ha solo sfiorata...
«Quell’anno fu una grande Europa League. Abbiamo avuto la sfortuna di trovare in semifinale la squadra che poi vinse il trofeo (il Siviglia, ndr) però di quel torneo mi porto ancora dietro la soddisfazione del percorso fatto. Il nostro calcio è stato esportato in ogni parte. Mi auguro che i viola tornino già quest’anno a fare le Coppe: se lo meritano, specie per come la squadra ha sopperito alla partenza della pedina che gli hanno tolto a gennaio».

Il riferimento è a Vlahovic: si aspettava un epilogo così?
«No, sia perché il ragazzo in estate aveva parlato di rinnovo sia perché credevo che sarebbe rimasto almeno fino al termine del campionato. Poi però la Fiorentina ha fatto le sue scelte».

Cabral e Piatek la convincono?
«Entrambi sono approdati in Italia con incognite: il primo arrivava dalla Svizzera, non il più competitivo dei tornei, l’altro invece giocava poco e non segnava mai. Sono però fiducioso per Cabral: mi piace e verrà fuori perché ha numeri che si sposano bene con il campionato italiano».

A proposito di Italiano. Che pensa di lui?
«Il calcio espresso dalla Fiorentina è stato tra i migliori della Serie A. Merito del suo lavoro. Peccato per questo finale: i viola potevano avere già in mano il pass all’Europa, se non avessero perso gare alla loro portata».

Si aspetta una Roma “distratta” a Firenze?
«Le energie nervose fanno spesso la differenza. Figuriamoci in pieno finale di stagione. Questo per dire che la Roma, dopo la festa di giovedì, ha certo perso qualcosa. I giallorossi si giocano tutta l'annata nella finale di Tirana e sono convinto che oggi la Fiorentina potrà fare lo scatto decisivo per l’Europa».

Ancora tre turni poi il Feyenoord: da chi si aspetta qualcosa in più nella Roma?
«Vi sorprenderò ma dico Veretout: mi è dispiaciuto vedere la sua poca continuità e mi piacerebbe che nelle ultime gare venisse fuori tutto il suo talento: è un giocatore di sostanza e qualità, che in una squadra come la Roma ha già dimostrato di poter stare».

E di Zaniolo che pensa?
«Ha avuto un anno complicato dentro e fuori dal campo: mi dispiace per quello che gli è successo a livello personale e sarebbe una cosa importante per lui concludere l’annata con un finale super».

C’è qualcuno nella Fiorentina che l’ha stupita?
«Torreira, senza dubbio. Per indole e caratteristiche ricorda un po’ me anche se ci tengo a dire che io sono un po’ più alto (ride, ndr). Lucas ha trovato l’habitat giusto in cui affermarsi dopo aver girato tanto. Gli auguro di rimanere a lungo a Firenze e di diventare uno dei leader».

Quella di stasera può essere la notte di Gonzalez?
«Spero di sì anche se voglio essere onesto: per quanto visto in Nazionale lui può e deve dare molto di più. La sua stagione a Firenze non mi ha impressionato mentre invece con l’Argentina ha dato spesso prova di essere di un altro livello».


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