Arbitri e Var ripartiranno da quota zero

Si è chiusa un’annata sempre sul filo fra scudetto, posti in Europa e salvezza. Il designatore tira le somme. La prossima sarà una stagione senza alibi
Arbitri e Var ripartiranno da quota zero© ANSA
Edmondo Pinna
4 min

FIRENZE - One man show. Un taglio netto al passato, anche da questo punto di vista. Gianluca Rocchi ruba la scena, spiega la sua prima stagione da designatore, assegna meriti e medaglie, rimbrotta (anche) arbitri e non solo, cerca - come farebbe il buon padre di famiglia - di salvare quello che c’è da salvare, senza nascondersi (troppo) dietro al dito. Nasconderci 50 arbitri e la loro annata sarebbe stata impresa degna di Houdini. Il merito se la stagione non è stata totalmente fallimentare è stata anche di questo ragazzo, che l’Aia non voleva e che invece la lungimiranza di Gravina ha portato a raccogliere un’impresa «coraggiosa» come è stata definita ma che poteva stritolare chiunque. Gli arbitri - per dirla in gergo editoriale - è come se avessero affrontato il numero zero. E da zero ripartiranno l’anno prossimo, perché le attenuanti generiche del cambio di gestione non varranno più. «Devo dire grazie a tutti, soprattutto agli arbitri più esperti. Hanno lasciato spazio ai più giovani perché questo è il progetto che ho in testa. Dobbiamo costruire dei piccoli Orsato (ahi loro...), fra 3/4 anni li avremo».

Frutti e scelte

La stagione, sicuramente non certo la migliore (tutt’altro) degli ultimi anni, ha fornito però al designatore indicazioni chiare, anche sugli errori. Li ha fatti vedere, Rocchi, ed ascoltare, dal gol di Acerbi di Spezia-Lazio (dove Pairetto si preoccupa del recupero mentre a Lissone VAR e AVAR urlano «oh, oh, ma perché ha ripreso? Oh, Luca ferma, ferma Luca») al rigore di Venezia-Bologna (con un Marinelli che urla sguaiato a chi lo circonda: «Fermati! Fermati! Fermati! Non venire! Non venire!» e poi al monitor: «Simulazione (...) ma lo tocca qui sul piede, cazzo, Lore (Maggioni, ndr)» sbagliando modi e maniere. Passando per lo «stress » che si percepiva di Orsato in Milan-Atalanta, la spontaneità di Sozza in Genoa-Juve («Dopo un rigore dato e poi tolto ha avuto la serenità di assegnarne un altro, ecco, così vogliamo crescere» ha detto Rocchi). Di certo può tirare delle somme, partendo da quegli arbitri che gli hanno dimostrato piena affidabilità. Al top Doveri (negli ultimi 5 turni ha sempre fatto o il Milan o l’Inter, messaggio devastante ma che dà l’idea della sua forza quest’anno e della pochezza degli altri), Di Bello, Mariani e il giovane talento Sozza (attenzione a non bruciarlo, non si può dare sempre la colpa agli altri). Arbitri forti e tutto sommato affidabili si sono rivelati (non sempre) Orsato e Massa (a settembre era fuori per Rimborsopoli, poi dopo uno stop di un mese e mezzo gli è stata data una seconda opportunità), Guida (non sempre), Marinelli (fino alla fatal Venezia). Normale, ma non deficitaria, la stagione di Chiffi, Irrati, Maresca (meglio nella seconda parte), Manganiello, Dionisi e Fourneau. In prospettiva Colombo, Zufferli (che però ha avuto più d’un problemino, e non tecnico) e Giovanni Ayroldi. Flop Sacchi, Pairetto e Fabbri. 

"Ho un sogno"

Non è Martin Luther King, ma Rocchi ha un sogno e lotterà per questo (e per tante altre cose sulle quali non è d’accordo con chi guida il carro). «Deve finire il concetto di preclusione, un arbitro se è forte deve poter dirigere pure le squadre della sua città. Succede in Inghilterra, perché da noi no? Ho un sogno, vedere Doveri fare il derby di Roma. E ai club interessa avere l’arbitro forte, non quello di Milano piuttosto che di Palermo». Concetto chiaro.

Ripartenza

Il prossimo anno Rocchi ripartirà con un organico leggermente ridotto («50 arbitri sono troppi») e - spera - con più serenità, per poter portare avanti il suo progetto. «Da un punto di vista umano è stato incredibile, per gli arbitri è come avessero fatto due anni di esperienza. Forse qualche rimpianto ce l’ho dal punto di vista tecnico, potevo osare di più nel girone di ritorno, ma avete visto che campionato?». La sua rivoluzione va avanti, taglio netto col passato. Se anche la politica arbitrale rimane fuori dai giochi tecnici, siamo a cavallo....

 


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