Kvaratskhelia-Leao, la sinistra che vince

Senza i rigori il georgiano guiderebbe la classifica dei marcatori e il portoghese sarebbe terzo. Ma i due sicuramente sono spettacolo allo stato puro
Kvaratskhelia-Leao, la sinistra che vince
Alberto Polverosi
3 min

Senza i calci di rigore, Kvaratskhelia sarebbe il capocannoniere della Serie A con 5 gol insieme con Beto e Immobile. Leao al terzo posto con 4 reti con Dia, Vlahovic, Arnautovic e Dybala. Kvara e Leao sono due ali di fascia sinistra ma quello che più interessa è che sono i due esterni più spettacolari di questa prima parte di stagione italiana.
Palla a uno dei due (il lettore è libero di scegliere secondo gusto e fede) e il divertimento è garantito. Hanno una corsa spietata, quando si buttano la palla in avanti per il terzino che li insegue inizia una via crucis. Possono toccare la palla più volte (e tenerla sempre incollata al piede) o anche una volta sola, possono saltare l’avversario all’interno o all’esterno, con uno strappo o un colpetto, con la forza o la fantasia, con l’intuito o con lo studio del punto debole altrui. Quando prendono palla, senti lo stadio che aspetta col fiato sospeso perché sa che, da un istante all’altro, può succedere qualcosa di travolgente. Eppure sono due giocatori molto diversi fra loro. È più sorprendente il georgiano per una serie di ragioni. La prima perché arriva non da un altro calcio ma da un altro mondo. Che ne sapeva lui, prima di mettere piede a Napoli, come si gioca in Serie A? Almeno Leao aveva già frequentato il calcio occidentale quando il Milan lo acquistò, era cresciuto in Portogallo e aveva disputato un campionato in Francia. Kvara, appena è arrivato in Italia, non ha mostrato solo la sua straordinaria qualità individuale, ma anche un modo di giocare che gli ha permesso di inserirsi subito all’interno del collettivo. Probabilmente è merito di Spalletti, che ha rifatto il Napoli in un mese, ma siamo propensi a credere che quel talento che lui spezza per i suoi compagni non sia altro che una sua personale maniera di pensare il calcio, diversa da quella di Leao. Kvara non lo vede solo suo, lo vede di tutti. Leao non dà la stessa impressione. È vero che anche lui sa come si confezionano le palle-gol per i compagni, ma il suo calcio quasi sempre coinvolge solo lui stesso. Che poi sia tutto il Milan a beneficiarne è un altro discorso.

Il portoghese ha due anni e tre campionati di A in più del georgiano, è del ‘99, non è più un ragazzino di primo pelo, però a vederlo in campo non sembra sempre convinto di tutto il suo immenso talento. Tutti credono tantissimo in lui e lui forse è quello che ci crede un pochino meno. Sia chiaro, già così ha dei numeri pazzeschi, ma un giocatore con quel fisico, quello strappo, quella tecnica potrebbe e dovrebbe segnare di più. Il suo record è 11 gol nel campionato sorso, ora deve aumentare, deve trovare quella cattiveria che non sempre lo accompagna. Sono due ali fantastiche, giocatori da palcoscenici internazionali, stanno bene sia a San Siro che al Maradona. Se pensiamo al loro futuro possiamo immaginare anche quello di Napoli e Milan, oggi candidate allo scudetto. Spalletti e Pioli hanno in mano, oltre a due grandi e belle squadre, due veri fenomeni. Ora tocca ai club difenderli dall’assalto dei più ricchi club stranieri. Gustiamoceli ancora per un po’.


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