Serie A, undici giorni all'alba

Ivan Zazzaroni
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Oggi è il due agosto. Come se. In effetti mancano undici giorni al campionato e poco importa che si tratti della ripresa e non dell’inizio. In fondo è un nuovo inizio. Grazie alla Fifa tutto il mondo è diventato argentino, avendo mutuato per una stagione un’Apertura e una Clausura: dopo un paio di mesi molti di noi non ricordano neppure come si chiamano, figuratevi i risultati dell’ultima giornata. Siamo ad agosticembre e fa talmente caldo che domenica scorsa il presidente Gianni Infantino si è presentato alla (ex) sacra cerimonia di premiazione con il bisht da appoggiare sulle spalle di Messi, oltretutto calzando le sneaker dello sponsor: per i soldi si fa tutto, perfino un Mondiale autunnale. Che naturalmente diventa «il più bello e seguito della storia». E della geografia dei milioni di dollari.

Molti dei “nostri” eroi, o presunti tali, impegnati in Qatar stanno ancora festeggiando sul pullman. Altri rosicano da casa, al punto da indurre i giornali nazionali (Francia, Inghilterra) a picchiare duro su avversari e organizzazione. Ma un po’ di giustizia c’è se Macron - all’occasione controfigura di Sarkozy - ha interrotto il balletto cominciato con Mbappé ed è tornato a Parigi con le pive nel sacco (chissà come dicono i qatarioti). Il manto regale di Messi l’avrebbe volentieri indossato lui.

Bene. Credo di aver sprecato anche troppe parole proseguendo nella personale opera di denigrazione di Qatar 2022 e Fifa. (Mentre scrivo, Dazn, semichiusa per due mesi per mancanza di serie A, sta passando “Maradona the Fall” e mi viene da piangere pensando al calcio, ai fuoriclasse e alle tempistiche che furono).

Ho una gran voglia di rivedere lo spettacolo del Napoli di Spalletti che quasi per attirare nella trappola gli avversari s’è concesso un paio di sconfitte nel limbo di un nuovo precampionato, la determinazione infinita (che è gioco e fa punti) del Milan di Pioli, l’Inter di Inzaghi più forte dei problemi societari (a proposito, ho appena spedito 5 euro a Ausilio), la bellezza della Lazio di Sarri, i miracoli di Mourinho per la Roma e sono curioso di verificare quanto l’azzeramento della Juve di Agnelli (società) potrà condizionare la squadra di Allegri.

Mancheranno un paio di protagonisti importanti, Sinisa Mihajlovic e Mario Sconcerti, del quale ho letto due bellissimi ricordi, quelli di Emanuela Audisio (Repubblica) e Andrea Malaguti (la Stampa). «Era insonne, divorava pagine, rileggeva le grandi battaglie, dagli Orazi a Little Big Horn, trascriveva schemi, studiava il calcio» ha scritto Audisio. «Diceva cose bellissime, le sue ultime frasi scritte: “Il divertimento del calcio è che c’è sempre un margine di miglioramento imprevisto da aggiungere. Di solito è la parte migliore”».

Mi auguro che da gennaio in avanti il calcio si (e ci) regali un miglioramento improvviso e sensibile. Perché, se resta così com’è, al Mondiale in autunno la Fifa aggiungerà quello per club a 32 squadre. Pardòn, ci ha già pensato.

Buon Natale ai lettori e a chi ogni giorno lavora per l’uscita del Corriere dello Sport-Stadio, foglio imprescindibile, e di tutti i giornali del Gruppo Amodei. Formulo gli auguri accompagnandoli con la foto scattata a Monza Stampa, il nostro centro di produzione, tra i più importanti del Paese. L’entusiasmo dello staff monzese è garanzia di successo anche nel 2023.


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