Inter e Napoli, gli attacchi diventano decisivi

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Inter e Napoli, gli attacchi diventano decisivi
Alberto Polverosi
3 min

C’era sempre il Napoli in testa al campionato scorso dopo 15 giornate, però il miglior attacco era dell’Inter. Che, ripreso Lukaku, era convinta di spingere ancora più su la quota delle sue reti e invece non è andata così. Un anno fa, a questo punto del campionato, la squadra di Inzaghi aveva segnato 36 gol, due in più di adesso. Il Napoli era arrivato a 32, cinque in meno di adesso. Sono cifre che danno un senso appropriato alla prossima sfida di San Siro: i due migliori attacchi della Serie A 2022-23 sono quelli di Inter e Napoli, il capocannoniere è l’azzurro Osimhen (9 gol) che insieme a Kvaratskhelia (6) porta in dote a Spalletti anche la migliore coppia-gol; subito dietro, però, c’è la coppia nerazzurra Martinez (7)-Dzeko (6). Si può così immaginare che, come è accaduto nell’ultima partita del Mondiale, anche la prima sfida fra le big della Serie A si decida a suon di gol. Più che una convinzione, è un augurio rivolto al campionato che ha bisogno di vivere fra virtù e bellezza.

C’è un giocatore che preoccupa Spalletti più di altri. È Dzeko. Ha 36 anni, ma continua a giocare bene, a far giocare bene i compagni d’attacco e a segnare. Non sono una sorpresa le 6 reti di questo campionato, l’anno scorso era già a 7, anche allora solo Martinez aveva segnato più di lui nell’Inter. Spalletti lo teme perché lo conosce come pochi altri. Una sola volta in tutta la sua carriera Edin è stato a un passo dai 30 gol, ne segnò 29 nella Roma del 2016-17, quella del secondo posto, quando in panchina c’era l’allenatore di Certaldo. Spalletti se ne andò alla fine di quel campionato e da allora Dzeko non si è più avvicinato nemmeno a quota 20. L’intesa tecnica fra allenatore e attaccante era perfetta. Spalletti sa che il pericolo può arrivare da un’idea del bosniaco, sa come ragiona e sa pure che è difficile impedirne la giocata, perché avviene in un momento e in una zona di campo che Dzeko scova con il suo intuito. Non la prevedi. All’Inter mancano i gol di Lukaku (ma ha giocato pochissimo), non quelli di Lautaro Martinez a cui Inzaghi deve restituire la fiducia persa in Qatar, dove è diventato campione del mondo perdendo però la maglia da titolare per evidenti demeriti.

Il Napoli sta invece sfruttando il momento straordinario di Osimhen. Un anno fa, alla 15ª giornata il nigeriano aveva segnato appena 5 gol, quest’anno quasi il doppio. Ora ha 23 partite per battere il record personale di 14 reti della stagione scorsa, ma le premesse sono di ben altro spessore. Le caratteristiche atletiche di Osimhen possono diventare una tortura per una difesa come quella dell’Inter, fisicamente solida e potente ma, se presa in velocità (la velocità di Victor...), può vacillare. Poi c’è Raspadori, titolare di 60 o di 30 minuti (per dirla alla Spalletti), comunque sempre titolare, un altro che sa come sgusciare fra bulloni e gamboni. È tutta la batteria di attaccanti a disposizione del tecnico a dare forza e speranza al Napoli in viaggio verso San Siro. Può anche succedere che Inter-Napoli finisca 0-0, ma è difficile, molto difficile.


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