Quelle baruffe dell'era pre-labiale

Leggi il commento sul rapporto tra arbitri e allenatori, tornato sotto la lente dopo la lite tra Serra e Mourinho
Quelle baruffe dell'era pre-labiale© ANSA
Roberto Beccantini
4 min

I «piatti» volati a Cremona tra un uomo, José Mourinho, e un quarto uomo, Marco Serra, che ha fatto il Mourinho, con strascico di roventi baruffe, ci riportano ai corpo a corpo dialettici dell’era pre-labiale, quando la lingua vagava libera per il campo, senza «museruole» a soffocarne la lava e la clava. 

Indimenticabile il «Gigi Riva versus Concetto Lo Bello» che andò in onda al vecchio Comunale di Torino, il 15 marzo 1970, durante Juventus-Cagliari 2-2. La partita avrebbe sancito, in pratica, lo storico scudetto dei sardi. «Mi dica solo cosa devo dirle per essere espulso», ringhiò Rombo di Tuono al tiranno di Siracusa dopo il replay di un rigore che Ricky Albertosi aveva parato a Helmut Haller (ma non a Pietruzzo Anastasi). Don Concetto “pareggiò” poi con un penalty pro Cagliari, trasformato da Gigi. Che, tornando a centrocampo, brontolò: «E se lo avessi sbagliato?». Elementare, Watson: «Te lo avrei fatto ribattere». 

E Sandro Mazzola? A metà gara entrò nello stanzino di Sergio Gonella. Parliamone. Inter-Napoli, 21 marzo 1971. La stagione di Giovanni Invernizzi post Heriberto e della rimontona a spese del Milan (e dello stesso Napoli, dettaglio che molti hanno rimosso). Dunque: gol di José Altafini, 0-1; Tarcisio Burgnich cacciato, meno uno. Intervallo. Scatta il blitz. «Ero furibondo - racconterà il figlio di Valentino - lei sta favorendo il Napoli, si dia una regolata perché qui finisce male». Gonella se la diede, la regolata: e come. Rigorino-ino-ino per l’Inter, e proprio sul «Baffo». Roberto Boninsegna dal dischetto: uno pari. Raddoppio e sorpasso di Bonimba: 2-1. «That’s amore» cantava Dean Martin. «That’s furto», gorgheggiò Corrado Ferlaino. 

La rete di Tardelli e il fallo su Facchetti

Dall’archivio scalcia il derby della Mole del 26 ottobre 1980: Juventus-Torino 1-2. Nell’ordine: tap-in di Franco Causio, dominio assoluto della Vecchia, rete annullata a Marco Tardelli per un fuorigioco che ai gobbi parve «più auspicato che provato». Improvvisamente, doppietta di Ciccio Graziani. Coincise, la seconda pera, con un contatto «macho» tra Dino Zoff e Paolino Pulici. Dirigeva Gigi Agnolin, pane al pane e mazzo al mazzo, come sarebbe emerso dagli spogliatoi. In effetti, sotto le docce e sopra i porco zio, Giovanni Trapattoni in persona rivelò che «qualcuno», a un certo punto, aveva detto a «uno dei nostri» (Roberto Bettega): «State calmi, o vi faccio un mazzo così». «Qualcuno» chi? L’hombre di Bassano in carne e ugola. Seguirono sospensioni di qua (lui) e squalifiche di là (da Claudio Gentile a Bettega, da Beppe Furino a Tardelli). Pensate: un giallo se l’era beccato persino Zoff. Gian Paolo Ormezzano scrisse su «La Stampa» che «il fischio di Agnolin era percepito [in tribuna d’onore] come lo zufolare dolce d’un pastore». Però. 

E quella volta di Alberto Michelotti. Inter-Verona 0-0 del 28 dicembre 1969. In pieno arrembaggio, episodio dubbio in area su Giacinto Facchetti. Fallo contro. Nervi bollenti. Mariolino Corso sbircia lo sceriffo in nero, si aspettava ben altro: «Mi sa che tu a San Siro non arbitri più». La replica è una sentenza: «Ah sì? Fuori». Cinque giornate. Si rividero in Sardegna: e ci risero su. 


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