La Serie A alza il prezzo dei biglietti: che stangate per i tifosi

Tutti i numeri ed i prezzi per la nuova stagione del campionato italiano
Giorgio Marota
5 min
Caro calcio, ma quanto mi costi? Il 28% in più, giusto per restare a una primissima fotografia che abbiamo scattato mettendo a confronto i prezzi dei biglietti del 2022-23 con quelli messi in vendita in queste prime giornate del nuovo campionato. Siamo quasi all’aumento di un terzo, che va a toccare principalmente le tasche dei tifosi più fedeli ai quali non resta altra scelta se non quella di mettere mano al portafoglio. Lo studio che vi proponiamo è, infatti, relativo ai prezzi minimi dei tagliandi, cioè quelli dei settori etichettati generalmente come “popolari”; curve e gradinate, insomma, quelle dove ogni piccolo aumento può fare davvero la differenza. Ecco, i costi sono lievitati da una media di 18,15 euro a una di 23,28 per i match di Serie A. Ricorderete i 90 euro delle curve del Maradona per la semifinale di Champions tra Napoli e Milan della passata stagione: la cifra fece scandalo, ma indietro non si torna. E pensare che per vedere palleggiare Diego nel giorno del suo arrivo al San Paolo i napoletani pagarono appena 1000 lire... 
A decidere la politica dei prezzi sono le singole società - anche se molti invocano l’intervento della Lega - generalmente facendo riferimento a tre differenti fasce: i biglietti contro le big (Juve, Inter, Milan, Napoli e le romane su tutte) costano di più, quelli per vedere le squadre di fascia media hanno un costo inferiore e quelli per gare contro le cosiddette “piccole” scendono ulteriormente. Come se non bastasse, gli appassionati da quest’anno spendono di più anche per seguire il calcio dietro uno schermo con gli abbonamenti alle paytv lievitati. 
 

Serie A, tutti gli aumenti

Alcuni esempi concreti: un posto di curva in Roma-Spezia, ultima sfida della Serie A 2022-23, veniva a costare 22 euro, mentre per Roma-Salernitana di oggi pomeriggio all’Olimpico (altro sold out) lo stesso seggiolino ne “vale” 35, cioè 13 euro in più (+59%). Nella prima gara casalinga del ‘22-’23 la Lazio metteva in vendita a 25 euro un biglietto nei Distinti dell’Olimpico (Lazio-Bologna), mentre per Lazio-Genoa del prossimo 27 agosto la cifra è salita a 40, con un incremento del 60%. Altro caso: il prezzo minimo per un adulto che vuole assistere a Milan-Torino di sabato 26 (nel terzo anello blu) è di 19 euro; a febbraio il ticket si comprava - per lo stesso match - a 14 euro (5 in meno, oggi +35,7%). Milano è carissima anche sull’altra sponda: solo ad aprile, a pochi giorni del ritorno dei quarti di Champions col Benfica, Inter-Monza costava 10 euro nel terzo anello di San Siro; ieri sera i fan nerazzurri ne hanno spesi 22, con un clamoroso 120% in più.  Ci sono anche club che, per ora, hanno preferito non alzare i loro numeri: il tagliando minimo di Bologna, Lecce, Monza, Torino e Udinese oscilla tra i 10 e i 25 euro. Decrescono, al momento, Empoli (da 15 a 10 euro) e Juve (da 50 a 45), con quest’ultimo club che nei giorni scorsi ha fatto sapere di non voler pretendere dai tifosi di altre squadre più di 45 euro per il settore ospiti dello Stadium, augurandosi che «il medesimo trattamento venga riservato in trasferta anche agli juventini presenti in tutti gli stadi d’Italia». I bianconeri hanno chiesto un «accordo collettivo» sulle politiche dei biglietti. Si farà davvero? Attualmente questi solo dei buoni auspici che rischiano però di cadere nel vuoto: il malloppo che solo un big match sa garantire (come contro i bianconeri) fa gola a tutti i presidenti, gli stessi che non riescono a vendere i diritti tv del campionato per i prossimi anni. Con buona pace di milioni di tifosi presi per il collo... e per il cuore. 

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