“Eri forte papà”: da Simeone a Thuram, è boom di figli d'arte in Serie A

Sono sempre di più i calciatori nel nostro campionato che portano un cognome importante dietro la maglia
Chiara Zucchelli
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ROMA - Qualche anno fa Alessio Montella, figlio di Vincenzo ed esatta fotocopia del padre, scelse di lasciare il calcio per andare a studiare all’estero. Roma, Milano, Londra e Madrid: di lui si parlava un gran bene, ma il ragazzo aveva capito che oltre al pallone, nel mondo, c’era tanto di più. A maggior ragione con possibilità economiche che molti coetanei possono solo immaginare. Una scelta simile è quella che ha fatto Christian Maldini: il primogenito di Paolo, a 27 anni saluta tutti e sceglie di fare il salto dal campo alla scrivania. Non è mai arrivato ai risultati del padre e del nonno e per questo ha deciso di fare il procuratore. Lascia le luci della ribalta al fratello minore Daniel, quasi 22 anni: è di proprietà del Milan, ha spiccate doti offensive e gioca nell’Empoli. In Toscana non ha ancora esordito ma, tra Milan e Spezia, ha già 33 presenze e 3 gol in Serie A. Un campionato, l’attuale, dove i figli d’arte dai cognomi pesanti hanno monopolizzato una buona fetta di mercato: ai già noti Chiesa e Simeone si sono infatti aggiunti Thuram e Weah.

I due nuovi

La sensazione, senza mancare di rispetto a nessuno, è che i ragazzi siano ottimi giocatori ma non abbiano il talento divino dei genitori che, negli Anni 90, erano tra i più acclamati del calcio mondiale. Questo, però, non impedisce loro di andare a caccia di gloria. Marcus, nato a Parma nel 1997, fa l’attaccante e non il difensore, ha scelto l’Inter dopo che anche il Milan si era interessato a lui e arriva da 44 gol in 134 partite con il Borussia Moenchengladbach. Con i nerazzurri si è già sbloccato contro la Fiorentina mentre Timothy Weah, classe 2000, deve ancora farlo. I gol non sono la sua arma principale, la pericolosità offensiva c’è e chissà che la vicinanza con l’altro figlio d’arte della Juventus, Chiesa, non lo aiuti anche a liberarsi di un confronto che, oggettivamente, sarebbe pesante per chiunque. Sembra essere più sfrontato, almeno stando a chi lo conosce bene, Juan Manuel Cruz, 24 anni, figlio di Julio. “El Jardinero” ha indossato le maglie di Inter, Bologna e Lazio, l’erede cerca fortuna con l’Hellas.

Sogni e confronti

Da Verona a Monza, squadra dove i figli d’arte non mancano: c’è Samuele Birindelli, terzino, figlio dell’ex Juve Alessandro, e ci sono Franco (difensore) e Valentin (trequartista) Carboni, eredi di Ezequiel, ex centrocampista del Catania, entrambi in prestito dall’Inter. Il primo, vent’anni, ha giocato mezz’ora in Coppa Italia, il fratello, 18 anni, ha meno minuti complessivi (25) ma più presenze: 3, di cui un paio in campionato. Altro figlio d’arte in Serie A è Riccardo Sottil: gioca nella Fiorentina, suo padre allena l’Udinese, tra 10 giorni è in programma lo scontro diretto. Non ci sarà quello in casa Di Francesco: Eusebio allena il Frosinone, il primogenito Federico ha lasciato Lecce per Palermo. Sognano, chi prima chi dopo, l’esordio in Serie A anche Adrian Cannavaro e Filip Stankovic: il primo, difensore centrale, figlio di Paolo e nipote di Fabio, è il capitano del Sassuolo Primavera; il secondo è il portiere della Sampdoria in B dopo essere stato titolare nel pre-campionato dell’Inter.

I baby

Sempre in tema di baby calciatori dai cognomi famosi a Trigoria, da qualche settimana, c’è Jon Guerrero, figlio di Julen Guerrero Lopez, oggi allenatore, che in carriera è stato una leggenda dell’Athletic Bilbao. Baby calciatori ma anche baby calciatrici: Aysha Nainggolan, figlia di Radja, ha iniziato a giocare nelle giovanili del Cagliari. Sogna di ripercorrere le orme del papà e della zia ma sogna anche di diventare forte come il suo idolo: si chiama Paulo Dybala e qualche giorno fa le ha mandato un messaggio pieno di affetto. Il modo più dolce per darle la forza di inseguire un sogno.


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