La prima considerazione sorge spontanea: registrando il record dell'affluenza media in Serie A dopo 12 giornate di campionato, non si può non ritenere eroi gli spettatori che mettono piede in molti stadi, obsoleti, scomodi, non all'altezza degli standard europei. Il che, ancora una volta, ripropone la questione vitale per il calcio italiano: arene moderne, funzionali e di proprietà per tutti i club. Invece, a eccezione di Atalanta, Frosinone, Juventus, Sassuolo e Udinese, il panorama generale non induce all'ottimismo. A meno che, la co-organizzazione italoturca dell'Europeo 2032 non partorisca una vigorosa accelerazione dei diversi progetti sul tappeto, in primis Bologna, Fiorentina ,Inter, Milan, Roma.
La media spettatori in crescita
Nel frattempo, era da ventitré anni che la Serie A non registrava la media di 30.667 presenze nel primo terzo del suo cammino, con una percentuale di riempimento dell'81,2%. Per trovare un dato avvicinabile all'attuale, bisogna risalire alla stagione '99/2000, quando la media registrata fu di 30.025. Particolarmente significativa l'affluenza dell'ultima giornata che ci siamo appena lasciati alle spalle: media spettatori 35.739, la più alta sinora, con un tasso di riempimento a 86,50%, secondo solo all’87,63% della prima giornata. E, da giocare, ci sono ancora 26 turni di un torneo sempre più appassionante e frequentato.