Sarri-Ranieri e il mondo capovolto

Leggi il commento dopo la gara tra i biancocelesti e i rossoblù, decisa da un gol di Pedro
Sarri-Ranieri e il mondo capovolto© BARTOLETTI
Alberto Polverosi
4 min

Il mondo si è capovolto ieri pomeriggio all’Olimpico. La squadra di Ranieri che perde in contropiede, la squadra di Sarri che vince in contropiede. Ranieri il difensivista, Sarri l’“attaccantista” si sono scambiati i ruoli ed è finita come sappiamo. Aveva stupito già lo schieramento di Claudio, un trequartista e due punte, ma ancora di più ha sorpreso il modo in cui si è risolta la partita. Il gol dell’1-0 incassato dai sardi con una linea difensiva bucata da un lancio da metà campo di Guendouzi per Lazzari, favorito dall’ingenuità di Hatzidiakos nel momento dell’assist. Palla-gol di Pedro in un tre contro tre a campo aperto. Espulsione di Makombou con un lancio di Isaksen per Guendouzi fermato con un fallo, in chiara occasione da gol, del cagliaritano. Curioso, fra l’altro, che sia stata proprio la Lazio più spagnola (Gila, Patric, Luis Alberto e Pedro tutti titolari) a scegliere la via più breve, più sbrigativa per prendere i tre punti.

C'è una Lazio oltre Immobile

Altro che tiki-taka, tre passaggi e via davanti a Scuffet. Sarri ama il palleggio e il ritmo, ma non disdegna la verticalizzazione, anche se in questo caso la Lazio ha felicemente esagerato. Ha colpito come di solito fa Ranieri, studiando l’avversario e aspettando il momento giusto. La Lazio sembrava di nuovo dentro se stessa, invece capiremo più tardi che non è così. C’era Lazio anche oltre Immobile e non sembrava un aspetto trascurabile. Ciro aveva segnato 5 gol nelle ultime 6 partite, era stato l’uomo della Champions con la doppietta agli scozzesi, si era preso la scena e lo scettro, ieri invece, mentre si stava decidendo la partita, è rimasto quasi ai margini. Decisivo Guendouzi, brillante Isaksen (ecco il giocatore che mancava a Sarri nella rotazione del tridente), sempre più inserito Rovella e sempre più sicura la nuova coppia spagnola di difensori, capace per 90 minuti (recupero escluso...) di non far rimpiangere i titolari Casale e Romagnoli, come del resto era accaduto col Celtic. Questo è successo nel primo tempo, ma nel secondo la Lazio si è di nuovo ingarbugliata. La vittoria contro gli scozzesi, con qualificazione anticipata in Champions, aveva offerto segnali interessanti che i primi 45' col Cagliari avevano ampliato.

I fischi dell'olimpico

Segnali poi persi. Una squadra in salute, convinta delle sue possibilità, una squadra certa del suo gioco e soprattutto con un uomo in più dal 27' non avrebbe fatto quel secondo tempo. Prima ha rallentato, gestito e raffreddato il gioco, poi ha proprio smesso. Ancora una volta Ranieri era stato di una lucidità incredibile a cambiare assetto quando è rimasto in dieci, con le sostituzioni è rimasto incollato alla partita per giocarsela nel finale. Due palle-gol nitide del Cagliari, sulla prima il solito miracolo di Provedel, potevano cambiare il senso di questo sabato laziale. Un senso di disagio e di incertezza percepito dall’Olimpico che a fine partita ha accompagnato la squadra negli spogliatoi con i fischi. Tre punti per risalire la classifica, ma la Lazio è ancora una squadra lontana dall’idea di Sarri. E proprio Sarri dovrà capire, prima che sia irrimediabilmente tardi, cosa dare alla Lazio per tornare se stessa.


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