Retroscena Rocchi: cosa ha detto davvero a Rapuano nell’intervallo di Napoli-Inter

Emerge un particolare durante il match in Supercoppa giocato a Ryad. E il disegnatore degli arbitri fa chiarezza

Un po’ Al Pacino in «Ogni maledetta domenica», un po’ Denzel Washington ne «Il sapore della vittoria (Remember the Titans)». Gianluca Rocchi chiude, con una call insieme alla sua squadra, una giornata tremenda per il mondo arbitrale, iniziata con la smentita dell’AIA rispetto al servizio andato in onda a Le Iene, proseguita con le voci di possibili prese di posizione da parte di alcune società di A, di un clima reso pesante (nelle segrete stanze dell’AIA si pensa sia stato fatto ad arte) attorno ai direttori di gara e al designatore in particolare. L’ultima, la colpa di essere sceso nello spogliatoio di Rapuano, fra il primo e secondo tempo della sfida di Riyad. Da lì al giustificare l’improvviso cambio di metro dell’arbitro nella ripresa, che ha portato all’ingiusta espulsione di Simeone (e all’altrettanto ingiusta ammonizione di Barella), è stato un attimo. «Ero andato a comunicare il minuto di silenzio in onore di Riva, non c’era verso di mandare un messaggio» ha confidato Rocchi, costretto a difendersi dall’ennesimo polverone sul suo nome.


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L’AIA, nel comunicato firmato dal presidente Pacifici, lo ha messo nero su bianco. Forse, col senno di poi, si poteva evitare. Ma ormai il clima è quello della caccia alle streghe. E questo rischia di contagiare anche il gruppo della CAN, mosso da una sete di vendetta contro l’anonimo incappucciato che il designatore ha provato a smorzare, mettendo più di quello che aveva ieri (chi lo ha visto in call lo ha descritto particolarmente provato, ma mai arreso). 


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Un po’ Al Pacino in «Ogni maledetta domenica», un po’ Denzel Washington ne «Il sapore della vittoria (Remember the Titans)». Gianluca Rocchi chiude, con una call insieme alla sua squadra, una giornata tremenda per il mondo arbitrale, iniziata con la smentita dell’AIA rispetto al servizio andato in onda a Le Iene, proseguita con le voci di possibili prese di posizione da parte di alcune società di A, di un clima reso pesante (nelle segrete stanze dell’AIA si pensa sia stato fatto ad arte) attorno ai direttori di gara e al designatore in particolare. L’ultima, la colpa di essere sceso nello spogliatoio di Rapuano, fra il primo e secondo tempo della sfida di Riyad. Da lì al giustificare l’improvviso cambio di metro dell’arbitro nella ripresa, che ha portato all’ingiusta espulsione di Simeone (e all’altrettanto ingiusta ammonizione di Barella), è stato un attimo. «Ero andato a comunicare il minuto di silenzio in onore di Riva, non c’era verso di mandare un messaggio» ha confidato Rocchi, costretto a difendersi dall’ennesimo polverone sul suo nome.


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