Un po’ Al Pacino in «Ogni maledetta domenica», un po’ Denzel Washington ne «Il sapore della vittoria (Remember the Titans)». Gianluca Rocchi chiude, con una call insieme alla sua squadra, una giornata tremenda per il mondo arbitrale, iniziata con la smentita dell’AIA rispetto al servizio andato in onda a Le Iene, proseguita con le voci di possibili prese di posizione da parte di alcune società di A, di un clima reso pesante (nelle segrete stanze dell’AIA si pensa sia stato fatto ad arte) attorno ai direttori di gara e al designatore in particolare. L’ultima, la colpa di essere sceso nello spogliatoio di Rapuano, fra il primo e secondo tempo della sfida di Riyad. Da lì al giustificare l’improvviso cambio di metro dell’arbitro nella ripresa, che ha portato all’ingiusta espulsione di Simeone (e all’altrettanto ingiusta ammonizione di Barella), è stato un attimo. «Ero andato a comunicare il minuto di silenzio in onore di Riva, non c’era verso di mandare un messaggio» ha confidato Rocchi, costretto a difendersi dall’ennesimo polverone sul suo nome.