Alcune società sulle venti di serie A avrebbero voluto la testa del designatore e, non necessariamente in subordine, il commissariamento dell’AIA, cosa impossibile la prima e possibile però solo a determinate condizioni la seconda, soprattutto allo stato attuale delle cose. Il momento di caos arbitrale, le rivelazioni (concetto che va ragionato) ma soprattutto sarebbe meglio dire le riflessioni post servizio de Le Iene, tutto ha contribuito a rendere più accesa la giornata di ieri. L’occasione è arrivata da una riunione, che i presenti hanno precisato essere «non carbonara», per discutere di temi di più ampio respiro, divisi in più punti. Ma ovviamente, quello degli arbitri era il tema sul tavolo che scottava di più. Quattordici i club presenti, autodefiniti «Small-Giants», i piccoli giganti. In pratica la serie A tranne le big, ovvero Juve, Napoli, Inter, Milan, Lazio e Roma. Inizio tremendo, nella più classica delle divisioni fra falchi e colombe, fra chi avrebbe voluto una tabula rasa di metà campionato e chi, invece, ha usato più saggezza, cercando di far ragionare gli altri con un argomento incontrovertibile: «Se cade ora il sistema arbitri, cade il sistema calcio». Tanto più che uno dei capi di accusa si basa su una denuncia anonima.