L'ex arbitro Cesari: "Al Var deve esserci uniformità"

L’ex fischietto di Boccadasse analizza il momento di crisi: "La politica sta rovinando tutto"
L'ex arbitro Cesari: "Al Var deve esserci uniformità"© LAPRESSE
Edmondo Pinna
4 min

Caos arbitri, oggi più di ieri. Cesari, proviamo a districare la matassa. Da cosa partiamo? 
«Partiamo dalle immagini andate in onda a Le Iene, così parliamo in concreto».

Andata, la prima che le viene in mente? 
«L’arbitro (o l’assistente) incappucciato che parla con voce camuffata. Non mi piace. Non mi piace. Nel gergo che si usa nei film, ma purtroppo anche nella realtà, chi fa così si porta un’etichetta di infamia addosso. Bisogna avere il coraggio di metterci la faccia. E vi dirò di più».

Beh, anche così sembra sufficiente . 
«Un arbitro la faccia ce la mette sempre, lo fa da quando inizia, lo riconosci subito. Ripeto, non mi piace».

L’altra immagine? 
«Che non c’è nulla di nuovo, nulla di inedito, nulla che non sia già stato analizzato, discusso, approfondito. Che Valeri avesse sbagliato a Salerno, non lo sapevamo forse già? E che lo avessero fatto uscire di nuovo la domenica successiva, non era noto?».

Ci consentirà: un errore. 
«Certo, come un errore è stato non assegnare al Bologna un rigore netto a Torino, come non fermare il gioco in Inter-Verona sulla gomitata di Bastoni a Duda. Un errore, capita a chiunque».

Gli errori, dai numeri forniti dall’AIA, sono 78, sanati dall’operato del VAR, più 8 commessi nonostante la tecnologia. Eppure non funziona. Come mai? 
«Colpa della lotta fra chi sta davanti al monitor a Lissone e che va in campo. E’ più importante chi vede poco ma è lì, dove succedono le cose, o è più importante chi vede tutto ma sta chiuso in una stanza? La verità è che hanno l’ansia addosso, pensate alle parole di Nasca che impreca perché fabbri in campo non fischia. Bisogna essere lucidi, freddi, glaciali. Si hanno a disposizione tutte le immagini del mondo, prendiamoci più tempo per la decisione. eppoi scusate, ma manca la coesione della squadra arbitrale. Cosa ci stanno a fare gli assistenti? Solo per la foto ad inizio partita? I fuorigioco glieli controlla il SAOT, quando ci sono episodi davanti a loro non intervengono, stanno li solo a prendere freddo».

Sarebbe più importante non fare errori, soprattutto quando sono chiari ed evidenti. 
«Ma il VAR pensate che sia stato digerito? Irrati, quando Roberto Rosetti lo presentò (anno 2017-2018 offline e seguenti on line, ndr), era contrario, ed è il nostro migliore specialista. La tanto uniformità che viene chiesta, cominciamo a pretenderla dal VAR, dove è possibile. In campo puoi non vedere una cosa perché sei posizionato male o semplicemente non hai la prospettiva giusta, a Lissone non è ammissibile».

Rocchi è in discussione. 
«Ha sbagliato, ma chi non lo fa? Sarebbe un errore metterlo in discussione anche a fine stagione, figuriamoci ora. Ha blindato le designazioni, è normale in questo momento. Ha dato possibilità a tutti, l’hanno fallite, bisogna mettere un punto».

Il gruppo CAN è stato definito spaccato. 
«Su 100 elementi fra arbitri e assistenti, qualche scontento è normale ci sia. C’era anche ai tempi miei. Forse, però, si vuole ottenere altro».

Non parlerà mica delle elezioni? 
«Mi chiedo: ma come mai questa presidenza AIA, che è associativa, priva di remunerazioni economiche di chissà quale portata, è così ambita, tanto da portare ad una lotta così aspra? Che potere ha il presidente dell’AIA? Forse determina carriere, designazioni, scelta degli Organi Tecnici? Dovrebbe occuparsi della cura degli associati, ma non mi sembra così...».


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