Un arbitro su misura

Un arbitro su misura

Leggi il commento del direttore del Corriere dello Sport-Stadio
Ivan Zazzaroni
2 min

Juve-Inter, debutta la Refcam. A Roma hanno un modo assai colorito per esprimere tanto lo stupore quanto l’indifferenza e comincia con “‘sti...”. L’abbiamo già vista in azione, la telecamera appiccicata all’orecchio del Chiffi di turno: al di là della scarsa qualità della visione, aggiunge veramente poco allo spettacolo televisivo. 

Televisivo, certo. Perché, non avendo stadi all’altezza e mantenendosi il calcio con i soldi delle pay, la Lega procede per tentativi continui: l’obiettivo è rendere più appetibile e ricca la fruizione della telepartita. Penso al povero arbitro che viene apparecchiato con il teller per tenersi in contatto con la Var family, lo spray per tracciare le righe sul campo, due cronometri (uno per la Glt), il giubbotto gps, il vibracall all’avambraccio e adesso anche la telecamerina a un centimetro dal padiglione auricolare. Ricorda i tacabanda, gli uomini orchestra che alle fiere o per strada suonano contemporaneamente batteria, sax, chitarra e armonica.

Già non è facile per Abisso o Guida mantenere la concentrazione per 95 minuti, figuratevi con tutta l’attrezzatura che hanno montata addosso. Ma è il calcio Xbox, quello che prende volutamente le distanze dalla partita allo stadio. Non bastavano dalle 17 alle 24 telecamere per mostrarci lo spettacolo della serie A. Serviva la venticinquesima. Nel frattempo gli impianti restano quelli in cui arbitrava Lo Bello. Concetto, non Rosario.


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