Se... il calcio di una serie A imperfetta
L’ho pensato di nuovo lunedì sera vedendo la Roma battere anche nel gioco il Como di Fabregas (Cesc è ossigeno per la serie A) e non sono stato il solo: se Gasperini avesse un centravanti vero oggi sarebbe lassù, insieme all’Inter. Non appena ho postato il pensiero, la storia del nonno che con tre palle sarebbe un fl ipper ha fatto il giro dei social e i “se” si sono moltiplicati.
E allora: ah, se l’Inter avesse Lookman o Koné...
... se Allegri potesse affi ancare a Leão o Pulisic un 9 da Milan, uno Giroud...
... se la Juve giocasse con un vero play, un quasi Pirlo...
... se il Napoli non scontasse a lungo l’assenza di sette titolari...
... se la Lazio potesse forzare il blocco del mercato, altro che Nasdaq...
... se la Fiorentina presentasse una squadra con le palle e Commisso potesse tornare a Firenze...
... se il Bologna avesse... Ma no, il Bologna ha già e si vede.
E se il campionato non ci costringesse a un continuo salto della quaglia: le tre interruzioni per le nazionali che dal prossimo anno saranno due, una più lunga però; la supercoppa in Arabia che allontana Napoli, Inter, Milan e Bologna creando una classifi ca sospesa e nuovi posticipi; la coppa d’Africa a dicembre che sottrae alle squadre tanti ottimi giocatori; un’altra sosta a fine marzo e insomma è più la fatica che il gusto, come si dice dalle mie parti.
Ma il calcio insegue i soldi, non la qualità, e così facendo deprime passione e spettacolo perché i soldi non servono a migliorare la squadra, ma a tappare qualche buco.
Sospetto che mio nonno avesse davvero tre palle perché ai suoi tempi il campionato era rispettato, lineare e divertente. E poi in giro non c’era gente pronta a spiegarci che per quanto un uomo possa lavorare non potrà mai raggiungere chi i soldi li stampa... Nonno avrebbe preferito il Tetris al Tether.
