Arbitri, un enorme bisogno di chiarezza

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Ivan Zazzaroni
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Mai e poi mai avrei immaginato che un giorno mi sarei trovato d’accordo con Lotito. È successo: sarà stata l’atmosfera da ultimo dell’anno... La richiesta alla Lega di un incontro urgente sul tema arbitrale è più che legittima: un confronto tra i vertici del calcio italiano e l’Aia s’è reso necessario. Bisogna mettere in fretta un punto. Per poi ripartire, possibilmente migliorati. 

Oggi il sistema fa acqua da tutte le parti e per più di una ragione: 1) il presidente Zappi è stato appena deferito dalla procura federale “per presunte pressioni e condotte irregolari nella gestione delle nomine dei responsabili delle Can C e D con conseguenti dimissioni dei designatori”. L’accusa parla di violazioni della lealtà sportiva: Zappi, che è pronto a difendersi in tutte le sedi (ma i tempi?), rischia la squalifica - non è peraltro il primo “scandalo” che investe un dirigente arbitrale; 2) l’attuale protocollo viene talvolta interpretato con criteri personali, alimentando polemiche e turbamenti; 3) il designatore Rocchi si ritrova a gestire un gruppo confuso nel quale lo scontro tra giovani e vecchi e tra campo e Var produce effetti negativi sulla regolarità del campionato, inoltre lo stesso Rocchi non è nelle grazie di Zappi che punta (o puntava) a promuovere Orsato. Lo sanno anche i muri di via Allegri.

Arbitrare in Italia è la cosa più difficile del mondo per una questione non solo culturale (noi italiani mettiamo l’interesse privato davanti a tutto e tutti): non a caso, quando i nostri migliori arbitri vanno all’estero si distinguono per direzioni più che buone. Semplicità, chiarezza definitiva nei compiti di arbitri in campo e Var e una maggiore uniformità nelle decisioni più importanti (i rigori e le espulsioni possono essere condanne a morte per il risultato e i destini dei protagonisti): questo serve. Oltre a far ritrovare un minimo di serenità alla categoria; serenità che non può essere recuperata in una situazione nella quale chi guida l’Aia deve difendersi da accuse di slealtà. Pace interna? Quando? E come?

PS. La (ri)scrittura delle regole, alcune ridicole, è un passo successivo e riguarda l’Ifab: dovrebbe comunque essere affrontata insieme a una rappresentanza qualificata di ex calciatori.

 

 


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