La seconda vita di Ilicic: «Ho temuto di morire»

Il calciatore dell’Atalanta si racconta dopo aver superato un grave problema di salute
La seconda vita di Ilicic: «Ho temuto di morire»© ANSA
dal nostro inviato Andrea Ramazzotti
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ZINGONIA - Il momento più toccante è stato verso la fine dell’intervista e vale la pena di iniziare da lì per poi riavvolgere il nastro e raccontare il resto. Nella sala stampa del centro sportivo Bortolotti di Zingonia, Josip Ilicic aveva già parlato dell’infezione batterica ai linfonodi del collo e di quanto la scorsa estate aveva temuto di non poter più giocare a calcio, ma quando il discorso è scivolato sul Bologna, sulla “passione” che Corvino ha per lui e sul desiderio che il ds aveva di strapparlo nel gennaio 2015 alla Fiorentina, il nome di Davide Astori che lo sloveno aveva avuto come compagno in viola ha cambiato il tono della conversazione. Per qualche secondo lo sguardo di ghiaccio nel numero 72 nerazzurro si è rotto dando la sensazione che gli occhi stessero diventando umidi. «Quello che è successo a Davide mi ha fatto passare dei momenti difficili e ho sofferto per tanti giorni. È stata una tragedia terribile che non mi permetteva di dormire. E quando sono stato male io, ho avuto paura che mi potesse succedere qualcosa di simile. Pensavo: “E se domani mattina non mi sveglio? Come farò a non vedere più la mia famiglia?”. C’è stato un periodo in cui avevo paura di andare a letto e addormentarmi. Il calcio non è tutto nella vita, l’ho capito sulla mia pelle».

Adesso è una persona diversa?
«Diciamo che guardo le cose in maniera diversa, vivo ogni minuto e ogni secondo che ho a disposizione con la mia famiglia. Per me conta stare con le mie due bimbe, con mia moglie e con mia mamma perché la vita è breve e bisogna godersi le persone alle quali vuoi bene. Faccio il mio lavoro qui al campo, ma poi torno subito a casa e voglio sempre i miei cari accanto a me».

Fisicamente come sta?
«Sono molto stanco (sorride perché ha appena finito l’allenamento, ndr). Sto bene, sto bene e questa è la cosa più importante. Mi mancava star bene».

Leggi l'intervista completa sull'edizione odierna del Corriere dello Sport - Stadio


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