Così Gasperini ha stregato 300 volte l'Atalanta

A Udine il tecnico stabilisce il nuovo primato assoluto sulla panchina nerazzurra. Un record storico per il club che il 17 ottobre compirà 115 anni. Dal 2016 a oggi, Gasperini ha portato una squadra abituata a lottare soprattutto per la salvezza a una dimensione di vertice senza precedenti: da quattro giornate vede i bergamaschi in testa alla classifica, prima da soli, poi con Napoli e Milan, ora con il Napoli. E in Friuli sarà supersfida contro la scatenata Udinese (sei vittorie consecutive) che conta soltanto un punto in meno rispetto al tandem al comando
Così Gasperini ha stregato 300 volte l'Atalanta© Getty Images
Xavier Jacobelli
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Forse non è un caso che Gian Piero Gasperini tagli in ottobre il traguardo che lo consegna alla storia della Bergamasca Calcio. Ci sono coincidenze e coincidenze: come ha scritto Vladimir Nabokov, più uno presta attenzione alle coincidenze più queste si verificano. Il 17 ottobre 1907, a Bergamo, gli studenti liceali Eugenio Urio, Giulio e Ferruccio Amati, Alessandro Forlini e Giovanni Roberti fondarono la Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici Atalanta che creò la sezione calcio e venne riconosciuta nel 1914, quando fu inaugurato il campo da gioco. Il 9 ottobre 2022, a Udine, il cittadino onorario di Bergamo che da sette stagioni consecutive guida il club più che mai simbolo di Bergamo, siede per la trecentesima volta sulla panchina che ha portato nell'Età dell'Oro. In campionato, tre terzi posti consecutivi, un quarto, un settimo, un ottavo posto e, oggi, primo in classifica da tre giornate di fila: all'inizio da solo, poi con Milan e Napoli, ora con il Napoli. Mai successo in 115 anni di storia. In Coppa Italia, due finali nell'arco delle tre edizioni precedenti l'ultima, vinta dall'Inter. In Europa, tre campagne consecutive in Champions League con l'exploit di un quarto di finale perso all'ultimo respiro con il Psg; tre campagne in Europa League, culminate anche qui con un quarto di finale, contro il Lipsia, Bilancio complessivo: 299 partite, 155 vittorie, 76 pareggi, 68 sconfitte, percentuale di vittoria 51,84%. I numeri, si sa, schiacciano le parole.

Eppure, quando si parla di Gasperini, essi non sono sufficienti per sottolineare la grandezza della sua azione, oserei dire la spettacolarità di un lavoro che ha portato l'Atalanta finalmente fuori dalla dimensione di Regina delle Provinciali per via del maggior numero di partecipazioni alla Serie A, sono 62, fra le squadre non capoluoghi di regione e mai scudettate (per ora). Grazie al calcio coraggioso e mai conformista di Gian Piero, alle intuizioni tattiche, alla rivalutazione della marcatura a uomo, alla sublimazione del gioco sulle fasce, alla valorizzazione della linea verde, i suoi primi sei anni sono stati un pirotecnico festival di emozioni, gloria nazionale e internazionale, scroscianti applausi, prestigiosi riconoscimenti personali come le due Panchine d'Oro assegnategli dai colleghi. Gasperini si nasce, Gasp si diventa, anche per la franchezza con la quale non ha mai mancato di rimarcare gli errori arbitrali che, soprattutto, nell'ultima stagione, hanno martellato l'Atalanta in almeno sedici casi, per citare la contabilità gianpieresca, fruttando all'interessato ondate di simpatia e di antipatia, a seconda delle passioni tifoidee. L'uomo non se n'è mai curato, preferendo parlare sul campo dove ha cambiato i connotati alla squadra, blindandone la difesa e rendendola più spietata che mai e ha talmente preso gusto nell'indossare la maglia rosa che non si era mai visto sorridere così tanto come nell'ultimo periodo. Buon segno. E siccome, al di là del contratto prolungato sino al 2024 con opzione sul 2025, i Percassi sono saldamente legati a Gasperini nella stessa misura in cui Gasperini è saldamente legato ai Percassi, oggi l'appuntamento da fissare per Gian Piero è uno solo: alla partita n.600 sulla panchina dell'Atalanta. Come lui, con lei, nessuno mai.


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