© ANSA Stregoni, così Benevento è arrivata lassù
ROMA - La leggenda della Strega è un mito antichissimo che Baroni e i suoi ragazzi hanno saputo riscrivere: nessuna squadra, al debutto tra i cadetti, era riuscita a centrare la promozione in A al primo tentativo, poi è arrivato il Benevento e ha riscritto la storia. Una bella favola? Certo, ma c’è anche tanto altro dietro. Perché questa è una corsa che nasce da lontano: investimenti, programmazione, sacrifici e anche delusioni. Per arrivare dov’è arrivato, il Benevento ha dovuto dimostrarsi più forte di tutti e tutto. E se la B si è materializzata solo nel 2016 non c’entra soltanto un’antica maledizione. E se la A è diventata realtà subito, non è un caso. Storie, fatica e speranze. Ora c’è e vuole restarci, a modo suo: con la solidità del progetto, con la forza delle idee, con la passione di una città che non vuole svegliarsi dal sogno più bello.
«CICIRETTI IL GENIO DEL BENEVENTO. FIDUCIA A BARONI»
IL PROGETTO - Il nuovo Benevento Calcio nasce nell’estate del 2005 grazie al Lodo Petrucci: non iscritta alla C1, la squadra sannita riparte dalla C2 con una proprietà mista che però rompe presto con la piazza. La crisi si risolve con l’ingresso della famiglia Vigorito: i fratelli Ciro e Oreste, che pure in passato avevano avuto la possibilità di comprare il Parma in A, rilevano il club e assistono alla prima sconfitta nei play off di una squadra costruita però dalla precedente gestione. Un anno dopo, la beffa contro il Potenza, quindi nel 2008 l’agognato ritorno in Prima Divisione, la vecchia C1.
BENEVENTO, UN CALCIO DI PASSIONE E FAIR PLAY
GLI INVESTIMENTI - Da lì un chiodo fisso: centrare la B, magnifica ossessione di una tifoseria e di una città intera. Conquistata per la prima volta dopo 87 anni di storia con tenacia e progettualità. Negli anni di Lega Pro il Benevento si è imposto come modello virtuoso: è un club che ha speso tanto, è vero, ma che ha sempre rispettato tutte le regole gestionali, tutto scritto nei bilanci. Si può stimare che nel sistema calcio la famiglia Vigorito abbia versato oltre cento milioni di euro.
STRUTTURE - Il Benevento ha allestito sempre squadre super competitive ma ha anche investito costantemente nell’impiantistica: ha ristrutturato il vecchio Santa Colomba, oggi “Ciro Vigorito”, a proprie spese, ha riqualificato il campo “Carmelo Imbriani”, la casa del settore giovanile che nel 2009 ha portato a casa lo scudetto Berretti. Per adeguare lo stadio alla A ha speso 2 milioni di euro circa e nel frattempo ha investito quasi mezzo milione per comprare dalla Figc un impianto dall’altra parte del fiume Sabato, il campo Avellola, che diventerà il nuovo quartier generale giallorosso e anche, probabilmente, Centro Federale Territoriale. La certezza: arrivato in Serie A, il Benevento non vuole fermarsi e intende proseguire nel suo processo di crescita. E per farlo continuerà a investire, dentro e fuori dal campo.
