Il Guerriero oggi parlerà. Spiegherà. Vuole farlo personalmente, e non ci chiederà di immergerci nel suo stato d’animo. Solo contro tutto, perché lui guarda sempre negli occhi la realtà. Anche la più dura.
Il Guerriero ha attraversato due guerre e non ha paura di niente e nessuno. Lo ripete tutte le volte che si presenta in uno spogliatoio nuovo, a gente che dovrà seguirlo giorno dopo giorno dando sempre il massimo e che rischia addirittura di prenderle se non lo farà.
Il Guerriero comunicherà che si ferma per qualche giorno, giusto il tempo di superare lo scoglio e vincere rapidamente un’altra battaglia. Che non è una guerra.
La febbre, l’assenza, gli accertamenti, i silenzi, le mezze parole, le ansie di chi vuole bene al Guerriero: decine di chiamate, ieri pomeriggio, al suo cellulare, a quello di Arianna, la moglie, agli amici. Perché il Guerriero è molto amato.
Dopo un autentico miracolo sportivo come quello che il Guerriero ha appena compiuto a Bologna trasformando un vuoto in un pieno, un’ipotesi di gruppo in una squadra, è arrivata la botta, perché al Guerriero la vita non ha mai regalato nulla: i successi e le soddisfazioni se li è dovuti meritare. Sempre.
“Credere che esiste un ponte da dove sei a dove vuoi andare è il 99% della battaglia. L’altro 1% è attraversarlo”. Nel momento in cui lo diceva, Richie Norton stava forse pensando a Sinisa il Guerriero.
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