Mihajlovic-Bologna, il patto tiene

L'alleanza tra tecnico e squadra, siglata dopo il brutto ko con la Roma, sta dando i suoi frutti: i senatori Palacio e Poli hanno garantito impegno totale
Mihajlovic-Bologna, il patto tiene© LAPRESSE
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BOLOGNA - Il patto è stato mantenuto, al di là dei due punti conquistati dopo il pareggio di La Spezia e la rivisitazione da parte di Sinisa di interrompere un ritiro che in un primo momento sarebbe dovuto arrivare fino alle vacanze di Natale. E’ vero, tra Torino e Atalanta i punti presi potevano anche essere di più, ma è altrettanto vero che potevano anche essere di meno, non fosse altro perché il Bologna ha dovuto rimontare tutte e due le volte e addirittura dallo 0-2 al Dall’Ara contro la Dea. Non dimenticando come anche contro lo Spezia era andato sotto di due gol e una volta agguantato il pari, aveva sbagliato con Musa Barrow il rigore della vittoria. Il che significa quanto segue: questo è un Bologna che finalmente ha ritrovato il carattere, la convinzione di credere che non sia mai finita fino ai tre fischi dell’arbitro e soprattutto la voglia di essere aggressivo e intenso fino agli ultimi attimi. E questi sono connotati che aveva smarrito, tanto da costringere Mihajlovic a prendere una decisione che mai avrebbe voluto prendere, quella di portare (appunto) il Bologna in ritiro. Perché alle minacce messe in piazza dopo la sconfitta in Coppa Italia contro lo Spezia, "questa è l’ultima che accetto, dalla prossima prendo provvedimenti", su per giù erano stati questi i suoi cattivi pensieri, doveva dare per forza un seguito con i fatti, e così è stato, figuratevi se Sinisa poteva rimangiarsi quanto detto.

Poi è successo che il Bologna ha pareggiato contro lo Spezia, e come potete ricordare il giorno dopo nello spogliatoio di Miha si sono presentati Andrea Poli e Rodrigo Palacio per chiedergli di fare un passo indietro per quanto riguarda il ritiro. Richiesta accettata ma a un patto: che tutta la squadra avesse sottoscritto il desiderio di svoltare, nel senso che avrebbe dovuto garantire al tecnico serbo di aver capito lo spirito di quella decisione e soprattutto di non ricadere più nei vecchi errori. Perché un errore tecnico puoi anche accettarlo, poi in fondo la botte dà sempre il vino che ha, ma la prestazione non deve mai mancare, guai a non restare sempre con la testa dentro la partita, indipendentemente da quello che è il risultato. Ecco, proprio in questo senso non solo il Bologna ha rispettato quanto promesso al proprio allenatore ma ha anche evidenziato una maggiore attenzione e applicazione nella fase di non possesso palla. Perché al Torino non ha concesso niente e ciò che ha concesso all’Atalanta è figlio più dei meriti dei campioni di Gasperini che dei demeriti dei rossoblù. 

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