Al Bologna manca Mihajlovic: la squadra va rinforzata

Un collettivo senza nerbo e deconcentrato è stato travolto dal Twente. Pesa l’assenza di Schouten: il deficit è tecnico ma soprattutto mentale
Al Bologna manca Mihajlovic: la squadra va rinforzata© ANSA
Giorgio Burreddu
5 min

Quanto manchi Sinisa Mihajlovic al Bologna, alla sua squadra, ai suoi ragazzi, non lo dicono solo i 4 gol (a 1) presi dal Twente, le poche occasioni create - e mai davvero convincenti -; non lo dicono nemmeno le amnesie in difesa, né altre situazioni tattiche da rivedere. Semmai, e di più, lo dicono le facce, che parlano di una sconfitta, estiva sì, ma comunque non in linea con le aspettative. Se contro l’Az i rossoblù erano apparsi indietro di condizione, a dieci giorni dall’esordio contro il Crotone, in Coppa Italia, c’è davvero ancora tanto, tanto da fare. Il mercato è indispensabile, servono rinforzi e a stretto giro. Molto giù di corda la squadra nel primo tempo (i gol sono arrivati tutti lì), nella ripresa il Bologna ha fatto meglio. Complice anche la girandola dei cambi, che ha mischiato carte e valori.

Bologna, gli errori

Insomma, c’è tanto da fare e l’assenza di Sinisa amplifica tutto. Assente Schouten (e si è visto) e Kasius, ma il problema è più di testa. La concentrazione bassa ha pesato. Tant'è che il vantaggio del Twente arriva dopo 3’ appena: cross dalla sinistra, a vuoto Medel, a farfalle anche Bonifazi, e Rots, di testa, scavalca Skoruspki senza difficoltà. La difesa del Bologna, mai come prima in questo precampionato, fa acqua da quasi tutte le parti. Al centro di sicuro, tanto che i giocatori del Twente - difensori compresi - cercano inserimenti da dietro che spesso mettono in difficoltà i rossoblù. E davanti? Poco. Al 22’ inserimento di Arnautovic, stop bello bello, ma l’austriaco non trova il tempo per la coordinazione e la conclusione è fuori. Pregevole, ma non abbastanza. Come quella al 29’, quando ancora Arnautovic incrocia un tiro dalla destra. Il Twente è già rodato, e si vede. Ma quando la squadra olandese attacca, i limiti evidenti sono più dei rossoblù. Appesantiti ma distratti, o comunque non efficaci nelle chiusure.

Pochi tiri

Al 32’ la squadra olandese trova il bis: inserimento da sinistra, palla centrale, difesa del Bologna ancora immobile e con l’interno destro Brenet raddoppia. Sul 2-0 la risposta del Bologna si fa attendere. Un po’ di nervosismo c’è. Medel e Misidjan si beccano (ammoniti tutti e due), con il cileno placcato prima di furibonde ammucchiate. Al 33’ De Silvestri prova una conclusione che termina alta. Poi Dominguez, dopo un calcio di punizione da sinistra, devia sul secondo palo per Arnautovic che però non arriva all’appuntamento con il gol. A forza di errori, il Twente ha vita facile. Al 36’ Vlap porta a tre le marcature olandesi. La partita sembra avere poco da dire per il Bologna, che comunque accorcia le distanze al 45’ con Soumaoro. Illusioni. Perché al 47’ Smal segna dalla lunga distanza con una botta di collo esterno che vale il 4-1.

Barrow

Rimescola un po’ le carte, il Bologna, nel secondo tempo. Ma non subito. Il primo quarto d’ora della ripresa è infatti di stallo, con il Twente che gestisce palla e i rossoblù che cercano qualche affondo. Senza successo. Il centrocampo del Bologna soffre (tanto Aebischer nel primo tempo, ma anche Ferguson nel secondo) e la gara non decolla. Il primo a provarci davvero è Barrow, che al 23’ prova una conclusione a giro che finisce in calcio d’angolo. Sansone ci prova due volte ma senza fortuna. Segnali. Che tuttavia non spostano gli equilibri di una partita già decisa, già compiuta. Tanjga e De Leo inseriscono anche qualche giovane: da Amey a Raimondo fino a Motolese. E qualche vecchia conoscenza come Mbaye. Arnautovic aveva lasciato il campo dopo appena 18 minuti del secondo tempo, senza infamia e senza lode. Anche lui ha bisogno di riannodare i fili. L’ingresso di Barrow è l’unica nota che merita attenzione, è lui che arrangia un po’ di pericoli alla porta olandese. Poco altro. Il Bologna riprenderà gli allenamenti a Casteldebole lunedì. Si entra nell’ultima settimana, quella che conduce all’avvio della stagione più strana della storia del calcio.


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