BOLOGNA - Le urla si sono sentite fino a fuori dal centro sportivo di Casteldebole. Mezzogiorno e mezzo di fuoco. Vero. Gli animi si sono surriscaldati in fretta. È successo tutto nell’arco di trenta minuti, tanto è durato l’incontro a cui erano presenti quindici tifosi di esponenti della curva del Bologna e tutta la squadra rossoblù, lo staff tecnico e anche alcuni dirigenti. È l’ultima volta che veniamo qui bonariamente, hanno detto i tifosi non soddisfatti dall’inizio di stagione della loro squadra del cuore. Non solo per i risultati carenti, ma soprattutto per l’atteggiamento in campo dei giocatori. La risposta non si è fatta attendere. «Cos’è, una minaccia?» ha risposto Thiago Motta. Botta e risposta e, appunto, qualche risposta sopra le righe. A Bologna non funziona come a La Spezia, hanno detto ancora i tifosi. I toni dell’incontro sono stati altissimi. L’allenatore che aveva da poco guidato la seduta di allenamento dei suoi ragazzi si è messo subito a fare da scudo alla squadra. Ha cercato di mettersi a protezione del gruppo.
Momenti di tensione
Momenti incandescenti: è servito addirittura l’intervento di alcuni presenti per placare la situazione ed evitare un contatto fisico. Nessuna rissa. Anche grazie a chi si è messo prontamente in mezzo ai litiganti. Anche con Gary Medel c’è stato un momento di tensione. I tifosi stavano dicendo che per l’atteggiamento, giusto e grintoso, che ci mettono lui e Arnautovic devono giocare sempre. In quei momenti concitati e di tensione il nazionale cileno ha frainteso ed è scattato. A fare da paciere ci ha provato il vice capitano Lollo De Silvestri, e anche Marko Arnautovic si è messo nella veste del pacificatore, ma il clima è rimasto teso. Gli esponenti dei gruppi della Curva hanno aggiunto che nelle prossime due partite, sabato sera contro la Sampdoria e nella successiva di campionato a Napoli, vogliono vedere un cambio dell’atteggiamento. Quello visto fino ad oggi non gli è piaciuto, e al di là dei risultati si aspettano una reazione, che dovrà esserci anche senza tifosi dei gruppi organizzati al seguito nella prossima trasferta in Campania. Già a Torino per la partita contro la Juventus erano andati solo tifosi non organizzati. Lì però la scelta fu dettata da tutte altre motivazioni. «Rinunciare a presenziare ad una partita del Bologna è di per sé un fatto incredibile e con pochissimi precedenti: una decisione sofferta, presa – avevano scritto in un comunicato firmato dalla Curva Andrea Costa – nella speranza di dare, nel nostro piccolo un segnale forte. Non cederemo ancora al compromesso etico di entrare allo Stadium alle condizioni imposte dalla Juventus: prezzi spesso esorbitanti, registrazioni online e necessità di autorizzare il materiale…». Anche stavolta la scelta di disertare una trasferta del Bologna sarà sofferta, ma il motivo è una critica all’atteggiamento e al rendimento della squadra e non più legato al caro biglietti allo Stadium e sulle norme d’accesso.
Il raduno dei tifosi del Bologna
Il gruppo di tifosi del Bologna in rappresentanza dei gruppi organizzati della Curva Andrea Costa, ora Bulgarelli, si aspetta una svolta. Avevano accordato un appuntamento per incontrare la squadra rossoblù prima della delicata sfida casalinga con la Sampdoria. Il giorno indicato è stato quello di ieri. A mezzogiorno hanno cominciato a radunarsi: via via sono arrivati tutti quelli attesi, circa una quindicina di persone, e alle 12.20 hanno varcato i cancelli del centro sportivo di Casteldebole. Ne sono usciti poi mezzora dopo, con alle spalle momenti di tensione.
Rapporti con il Cbc
Molto più disteso e istituzionale l’incontro che c’è stato sempre a Casteldebole tra il presidente del Centro Bologna Clubs Andrea Coppari e l’Ad Claudio Fenucci nel quale si è parlato della situazione della squadra e della richiesta di intensificare i rapporti tra il Bologna e il Cbc.