Sartori, a gennaio un altro Bologna

Vertice già fissato con Motta a metà novembre. Saranno decisive le sue indicazioni
Sartori, a gennaio un altro Bologna© FOTO SCHICCHI
Claudio Beneforti
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Soprattutto Olanda, Belgio, Francia e Danimarca, ma anche Norvegia, Austria e Germania, tutta la squadra di Giovanni Sartori, a cominciare dal direttore sportivo Marco Di Vaio, sta attaversando l’Europa settimana dopo settimana, non volendo farsi trovare impreparata alla riapertura del mercato di gennaio. Perché se da una parte è vero che l’intenzione della società sarebbe quella di toccare il meno possibile la squadra, anche per la convinzione forte degli stessi dirigenti che questo Bologna saprà venire a capo entro tempi brevi dalla realtà complicata di oggi, da un’altra non esclude di doverla rivisitare, non dimenticando come il mercato estivo sia stato fatto per quelle che erano le necessità tattiche di Sinisa Mihajlovic con il suo 3-5-2 e che ora il Bologna proponga un altro sistema di gioco, il 4-2-3-1. Detto che a differenza dell’anno passato quando di fronte anche solo a un paio di infortuni Sinisa doveva arrampicarsi sugli specchi per costruire una squadra ugualmente competitiva, ora il Bologna ha un organico profondo, ma al di là di ciò va sottolineato come ci siano calciatori che per le loro caratteristiche tecniche abbiano almeno in teoria tratto un vantaggio dal cambio di sistema di gioco (vedi Orsolini, Sansone, Soriano e Vignato), mentre ce ne sono altri che ne hanno tratto uno svantaggio (vedi Zirkzee, Moro e Ferguson) e altri ancora che devono adattarsi a vivere in un’altra posizione del campo per poter trovare uno spazio (ci riferiamo a Medel, Dominguez ed Aebischer).

L'esigenza di cambiare

E allora, anche alla luce di questa analisi, potete accorgervi come Sartori corra il rischio di dover fare un mercato importante a gennaio, e non solo per quelli che potrebbero essere i numeri della classifica, ma anche per un altro motivo: Vignato a parte essendo stato poco impiegato dall’arrivo a Casteldebole di Thiago Motta a oggi, sono proprio quelli che avrebbero potuto e dovuto determinare per il cambio di modulo ad aver deluso maggiormente, perché nonostante la stima che Thiago ha riposto in loro, soprattutto Orsolini e Soriano (ma anche Sansone) stanno facendo grande fatica. E a questo punto le conseguenze potrebbero essere due. La prima: che l’allenatore rossoblù decida di rivedere le sue attuali idee e proponga un altro sistema di gioco, magari senza le ali e con il doppio attaccante. La seconda: che entri nell’ordine di idee di aggiustare il Bologna proprio attraverso il mercato, e questa volta in base a alle sue esigenze. Ora come ora Sartori si sta confrontando quotidianamente con Thiago Motta, è vero che domenica passata nel giro di 5 ore il responsabile dell’area tecnica rossoblù ha visto addirittura dalla tribuna due partite, prima Monza-Spezia e successivamente Cremonese-Napoli, ma è anche vero che non vuole perdersi neanche un allenamento del Bologna, e questo per avere le idee molto chiare sia per quanto riguarda l’oggi che il domani.

Motta e Sartori confronto continuo

Un vertice tra Claudio Fenucci, lo stesso Sartori, Di Vaio e Thiago Motta è già stato fissato nella settimana successiva alla partita contro il Sassuolo, l’ultima prima della lunga sosta per il Mondiale in Qatar. Nel corso di quel colloquio sarà deciso il Bologna che dovrà giocare la seconda parte del campionato, quello da gennaio in poi, anche se abbiamo sottolineato come tutto il governo rossoblù sia convinto che al massimo dovranno essere apportate alla squadra solo alcune correzioni e che non dovrà essere fatta assolutamente una mezza rivoluzione. E attenzione, il primo a pensarlo è proprio Thiago Motta, che al di là di quelli che sono gli attuali risultati crede fortemente in questo Bologna e nelle potenzialità dei giocatori che ha a disposizione. Certo è che i prossimi mercati del Bologna saranno in un certo senso diversi da quello estivo, anche perché soprattutto nel mese di luglio è mancato il confronto tra gli uomini dell’area tecnica e Sinisa (che successivamente non ha gradito né la cessione di Theate né il fatto di non essere stato interpellato per Posch).


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