BOLOGNA - Si è tinto di biondo, il colore che risplende. Lo chiamano Principe ma i gesti delle mani, piene di anelli e altri dettagli, ricordano quelli di un re. Per quanto ancora Nico Dominguez lo sarà del Bologna è da decifrare. La trattativa del rinnovo va avanti. Un abboccamento c’è già stato, ma ora si entra nel clou. «Stanno parlando - sorride lui -, il Bologna sa che voglio rimanere. Non c’è nessun problema, non voglio andare via». Per l’argentino si parla di un prolungamento fino al 2026. Ma da qui a laggiù il tempo è tanto e la fila delle pretendenti è talmente lunga che non si vede la fine. «A Bologna sono contento, qui sto crescendo. Mi sto trovando benissimo. Poi uno vuole sempre fare il salto di qualità, stare in una squadra che giochi una coppa. Anche se adesso non ci penso». Forse oggi che c’è la Roma, una partita che può dire molto sul campionato della squadra di Thiago Motta e sul futuro rossoblù. «Noi siamo tranquilli - dice Nico -, cercheremo di vincere. Vogliamo giocarcela, essere protagonisti. Dovremo pressare quando va fatto e aspettare quando sarà necessario. Faremo la nostra gara».
Poi firma il contratto?
«Adesso si può parlare anche per videochiamata, non c’è bisogno che il mio procuratore venga qui. I tempi si possono accorciare. Comunque il mio agente verrà».
Quando?
«Non lo so davvero. Dopo l’Atalanta o l’Udinese, non so. Ogni momento è buono. La volontà di chiudere c’è, ma dobbiamo arrivare a un punto. Loro devono essere soddisfatti. E anche io».
In molti la corteggiano. Anche queste sono soddisfazioni.
«È chiaro, fa piacere. Uno guarda sempre alle squadre top di ogni campionato, è lì che uno vuole andare. Per come vedo io il calcio, per come lo vivo, per le mie ambizioni, l'obiettivo è crescere e arrivare a risultati importanti: sono queste le cose che vuole un calciatore. Ma lo dico con sincerità: adesso non ci penso. Sono contento a Bologna. Se arrivasse una proposta di un club da scudetto uno potrebbe fare delle valutazioni. Ma non adesso».
Il Bologna non può essere la squadra del salto di qualità?
«Credo che questo club il salto lo possa fare. In Italia ci sono tante squadre, quelle che si chiamano big, come la Roma, la Lazio, l’Inter e tante altre. Ma noi, per come siamo messi, possiamo fare un salto. L’obiettivo più importante è consolidarci, trovare il miglior gioco, fare un passo alla volta e crescere tutti».
L’Europa con il Bologna sarebbe un incentivo per restare a lungo.
«Sarebbe bello. Chiaramente se il Bologna arrivasse in una coppa europea sarebbe anche bello restare».
Intanto oggi c’è da giocarsela contro la Roma all’Olimpico.
«Questa partita può dire tanto. La Roma è una squadra forte, ed è sempre bello affrontare gare così. La singola sfida va però guardata anche nel complesso. I prossimi trenta giorni saranno difficili. Gennaio è un mese che racchiude tante sfide. Gare che giocheremo per portare tre punti a casa. Arriva un mese troppo importante con tante partite insieme, anche la Coppa Italia, e quindi dobbiamo essere pronti a tutto. Dovremo gestirci bene fisicamente, ma sono fiducioso».
La pausa vi ha fatto bene o male?
«È stato strano: mai successo di fermarsi in questo modo. Però abbiamo lavorato e arriviamo bene a questa partita. Abbiamo finito nel modo giusto prima del Mondiale e ora dobbiamo riprendere quel percorso, continuare da lì. La pausa è arrivata nel nostro momento migliore. Fermarci cinque giornate prima magari sarebbe stato meglio, non lo so. Ora conta affrontare a tutta la parte di stagione che resta».
Questa sarà anche la gara nel ricordo di Mihajlovic.
«La sua morte ci ha segnato. A me, a tutti quanti. L’abbiamo avuto come allenatore tanto tempo, abbiamo vissuto il percorso della sua malattia. La sua scomparsa ci ha colpiti, è una cosa che ci ha fatto tanto male».
A lei cosa ha insegnato Sinisa?
«A livello pratico, quando sono arrivato qui mi ha spostato un po’ più dietro e questo mi è stato utile. Mi ha insegnato molto sulla fase difensiva. Anche questo aspetto mi ha fatto crescere. Però non è tutto».
Con Thiago Motta, invece, è tornato a giocare in posizione più avanzata.
A lei Motta cosa chiede?
Che allenatore è Thiago?
Un gruppo che fa affidamento sempre sui gol di Arnautovic.
Infatti Soriano è tornato a esserlo.
Vi aspettate risultati a sorpresa?
Il Napoli è da scudetto?
Anche l’Argentina era la squadra più forte. Messi l’ha sentito?
Dica la verità: le dispiace non essere stato convocato?