Bologna, vertice per Arnautovic

È andato in scena a Casteldebole l'atteso confronto fra l'attaccante, il tecnico Thiago Motta e i dirigenti
Bologna, vertice per Arnautovic© ANSA
Claudio Beneforti
4 min

Una quarantina di minuti di chiacchierata, tanto per sottolineare il termine che il Bologna ha usato per definire il confronto che c’è stato ieri fra le tre “parti” a Casteldebole, una volta che la squadra era rientrata negli spogliatoi a fine allenamento.

Primo rinvio

In pratica già lunedì dopo il colloquio che c’era stato tra Giovanni Sartori e Thiago Motta avrebbe dovuto esserci anche quello con il resto della società e Marko Arnautovic, ma poi era stato rimandato per l’assenza di Claudio Fenucci, impegnato in Lega calcio a Milano. Va detto che proprio per sgombrare il campo da equivoci o malintesi e anche per inviare all’esterno segnali carichi di chiarezza, il Bologna ha deciso di ritrovarsi prima possibile attorno a un tavolo per parlare di questo argomento scottante. Anche se, come potete immaginare, solo se Arnautovic ritroverà il suo posto da titolare potranno essere rimossi e cancellati i suoi mal di pancia attuali, considerato che poco o niente gli importerà del fatto che le scelte di Thiago Motta continueranno a essere solo tecniche e meritocratiche, e non figlie di questioni o di attriti personali. 

Nessuna questione personale

Fenucci, Sartori e Di Vaio da una parte, poi Thiago e Arnautovic, ecco chi ha partecipato a questo confronto che il Bologna non ha assolutamente nascosto e che è stato voluto dalla stessa società, conoscendo quelli che erano i pensieri dell’allenatore nei confronti dell’austriaco e di Arna nei confronti di Motta. 

Thiago ribadisce con toni pacati

Cosa è emerso? I capi rossoblù si sono ben guardati dal mettere in piazza anche un solo sussurro sul tema, ma credeteci, dopo aver rimarcato come i toni siano rimasti sempre sufficientemente bassi è intuibile che Thiago abbia ribadito quella che è la sua posizione, e cioè di non avere alcun problema con Arna e che il suo mancato impiego attuale è dovuto a una condizione atletica non ottimale, perché un conto è essersi messo del tutto alle spalle il guaio fisico con il quale ha dovuto convivere per circa due mesi e un altro è essere pronto per giocare. In pratica, ora come ora Arnautovic starebbe facendo lo stesso percorso portato avanti in precedenza prima da Orsolini e poi da Barrow, non dimenticando come entrambi abbiano dovuto fare anticamera in panchina prima di poter tornare a essere protagonisti. E questo perché Motta pretende che chi va in campo debba essere al 100% anche solo per fare una mezzoretta.

Arna, sempre meglio prendere

Inutile nascondere tuttavia un altro particolare che ha un’importanza notevole per il domani: che a oggi da una parte Barrow e Zirkzee (al di là del lieve infortunio alla caviglia sinistra che ha rimediato ieri) stiano meglio sul piano fisico di Arnautovic può essere anche il segreto di Pulcinella, ma attenzione, da un’altra Arna non potrà mai garantire il grande lavoro fatto nelle due fasi soprattutto dal ragazzo gambiano e le ripartenze dell’olandese, e al tempo stesso non potrà mai neanche allenarsi come loro, con la loro stessa intensità, primo per la sua carta di identità, secondo per il suo carattere e in certi momenti anche per la sua indolenza, terzo perché probabilmente non lo ha mai fatto nel corso della sua carriera. 

Arnautovic si è sempre gestito

In poche parole, Arnautovic è sempre stato così, e quando ce l’hai a posto fisicamente è quasi un peccato mortale non impiegarlo e non perché a lui tutto sia dovuto (guai se lo stesso Arna dovesse approfittarsene, in questo caso sbaglierebbe non solo nei confronti del tecnico ma anche di tutti i suoi compagni) ma perché è l’unico calciatore di questo Bologna che ti può cambiare la partita con una giocata. Come dire: nessuno può e deve chiedere a Thiago di chiudere un occhio sul lavoro settimanale di Arna, ma ogni tanto mezzo sì, può chiuderlo, per il bene del Bologna. E se qualcosa non gli va bene di lui, lo dica ufficialmente, come lo diceva Sinisa per farlo arrabbiare e avere una sua reazione la domenica sul campo.


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