Bologna, Orsolini è il sorriso del gol

Leggi il commento al momento della squadra rossoblù, trascinata dall'attaccante della Nazionale
Bologna, Orsolini è il sorriso del gol© Getty Images
Italo Cucci
5 min

All’Empoli ne ha rifilati tre, al 21’, al 66’, al 92’, tutti belli: l’Orso è un fenomeno ma non lo sa. I gol gli vengono come i sorrisi. Gioca con la felicità di un ragazzo al quale hanno regalato un pallone nuovo e lui prima ne legge i dettagli - dal marchio ai disegni - come fosse un libro, eppoi si mette a giocare. Giocare. L’antico maestro Fulvio Bernardini - dai più ritenuto uno scienziato - mi diceva «so’ ragazzi, devono giocare davvero, divertirsi». Se poi hanno anche i piedi buoni…Orsolini li ha e te lo dimostra quando al 20’ della ripresa si mangia un gol per leggerezza - troppa fretta di fare il bis - e un minuto dopo realizza con un capolavoro di classe e di scaltrezza bucando Cacace e Berisha. Volevo dire “beffando” perché il pallone passa fra le gambe a tuttedue ma non è colpa loro, è l’abilità dell’Orso che subito corre a chiedere il consenso del Dall’Ara come fosse un novizio, come se non avesse ormai abituato i bolognesi a sentirlo dentro, come i bomber d’una volta, da Dondolo a Arna. Io che li ho visti tutti, dai Sessanta, son felice di vederlo, oggi - a un applauso dal gol n.50 che verrà, magari a San Siro, contro l’Inter, sabato prossimo - nella lista dei primi venti, con Pascutti, Savoldi, Pivatelli, Nielsen, Signori, Bellucci, Di Vaio, Haller, Bulgarelli, Marronaro, Marazzina…Ho lasciato per ultimo Perani - che di gol ne ha fatti 76 - perché l’Orso ballerino costruisce il gol sulla destra in velocità, e in velocità dribbla, come Marino, e ficca in rete con eleganza (rivedersi il primo gol, una delizia) poi via nelle praterie a godere l’applauso, a braccia aperte.

Orsolini e la Nazionale

So che avete in mente di dirmi che fra Marino e Riccardo c’è una manina di differenza, in altezza, ma il bello è cogliere la leggerezza di questo incosciente che non ha ancora deciso di esser grande e probabilmente dovrà sentirselo dire - sorta di convalida notarile del successo di Motta - in Nazionale, da Spalletti. Destino ha voluto che in campo, dall’altra parte, ci fosse un altro ragazzo d’Ascoli che ai bolognesi i gol li ha fatti sognare, gliene ha lasciati 29 ma avrebbe potuto farne tanti di più - Mattia Destro - se avesse avuto la pazienza e la solarità del suo concittadino Riccardo. Fatti di poco tempo, eppure si è avuta l’impressione di aver vissuto due epoche diverse. So che i tifosi prima di godersela, la partita di Orsolini & C con l’Empoli, erano piuttosto arrabbiati per quel ch’era successo a Monza, arbitraggio cornuto - voglio dire bifronte, favorevole ai brianzoli ai danni dei rossoblù - e quando Marasca ha inventato sette minuti di recupero si sono imbufaliti: ma hanno avuto in premio il terzo gol dell’Orso che così si è portato a casa il pallone.

L'elogio di Motta ad Orsolini

A fine partita l’elogio di Motta, il tecnico che sta restituendo il Bologna ai bolognesi: «Orsolini è migliorato in tutto quello che fa e sono sicuro che può fare ancora meglio». Sottoscrivo. Perché fra amici ci siamo arrivati da tempo, da quando gli abbiamo consegnato, a maggio, il Premio Prisco, dedicandogli una motivazione a sei mani - Beneforti, Zazzaroni, Cucci - che a leggerla oggi, dopo il secondo gol “ripensato” dall’Orso, fa godere: «Orsolini è uno che ci prova sempre e non ha paura di sbagliare - si legge fra l’altro - gli va male una volta? Un minuto dopo ha il coraggio di rifare la stessa giocata. Vien da pensare che da gagliardo ascolano abbia colto anche gli insegnamenti di Carletto Mazzone…Ha ancora margini di crescita mancandogli la continuità, quando si renderà conto che il calcio non è solo un gioco e che per sfondare è necessario stare lì con la testa tutti i giorni (come gli dice sempre Thiago e come gli diceva Sinisa) diventerà ancora più forte».


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