Il Bologna si gode Calafiori: così è rinato il talento romano

Il giocatore si è rigenerato sotto le due Torri: prima terzino e poi centrale, oggi è un pilastro della difesa emiliana
Il Bologna si gode Calafiori: così è rinato il talento romano© FOTO SCHICCHI
Giorgio Burreddu
4 min

BOLOGNA - Di Riccardo Calafiori Thiago Motta ci ha già detto di più: «È anche bello». Aveva finito gli elogi. E allora si è lanciato in iperboli. Troppo bravo questo difensore arrivato dal campionato svizzero, addirittura sorprendente. Calafiori è la vera sorpresa del Bologna, l’asso che non ti aspetti. Ma se l’hanno preso un motivo ci sarà. Persino Motta, non proprio uno che si stupisce facilmente, lo ha confessato dopo la sfida di Coppa Italia contro il Verona: «Un Calafiori così non me lo aspettavo». C’è un senso di rivalsa nella storia di questo ragazzo che a 19 anni aveva incrociato sulla sua strada Mourinho e poi era finito al Basilea, tra infortuni e dolori. La vita richiede sacrificio se vuoi arrivare in alto. E allora eccolo qui, sotto le due torri: «Mou ti cambia tanto a livello di carisma, è quello che dà alle sue squadre. Motta con lui ha in comune molte cose: devi sempre dare il duecento per cento in allenamento». Calafiori, 21 anni, si è guadagnato tutto. Da ragazzino, quando vestiva giallorosso e aveva De Rossi come idolo, ha incontrato il male fisico. Legamenti rotti, interventi, capsule. Un anno di stop. Ha rischiato la carriera. Quelle sono le cose che ti forgiano.

Calafiori, un derby personale

La partita di oggi contro la Lazio per Calafiori è un derby. Il suo. Per uno venuto su alla Balduina la sfida contro i biancocelesti non è mai una partita scontata. Motta lo stima (e non solo perché è bello). Lo ha messo in campo all’improvviso, quando l’emergenza in difesa era diventata troppa. Prima terzino, poi centrale. Non è più uscito. Sostituto di Lucumi per necessità, adesso Calafiori ha scalzato Bonifazi nelle gerarchie. Anche oggi, contro la squadra di Sarri, Calafiori sarà probabilmente vicino a Beukema nel duetto difensivo. «Riccardo può fare tutto», ha sempre detto Motta. Imposta il gioco come piace all’allenatore italo-brasiliano, chiude gli spazi, ci mette la grinta. The Wall Calafiori. Lui non ha mai nascosto che «non è sempre una cosa positiva quando a diciotto anni inizi a Roma, non è facile mantenere il livello». Per questo è andato via dall’eterna bellezza romana. «Al Basilea volevo dimostrare le mie qualità, ora mi sento più forte mentalmente». La scelta svizzera rischia di essere una curva a gomito nella sua storia. Dopo Roma era andato in prestito al Genoa, la retrocessione in Serie B dei liguri aveva segnato la sua stagione. Si erano fatti avanti quelli del Basilea e lui aveva detto sì.

Calafiori, la rinascita sotto le due Torri

Nel 2020 Calafiori era stato inserito nella lista dei migliori sessanta calciatori nati dopo il 2002 dal Guardian. Un anno dopo si era sbilanciata anche l’Uefa: Calafiori, uno dei 50 giovani più promettenti dell'anno. Gli imprevisti hanno sconvolto le profezie. Ma «Cala» non si è arreso. Nel 2021 Mou lo fa debuttare in Conference, però lo spazio a Roma è poco e lui vuole giocare. A Bologna in pochissimo tempo ha trovato un equilibrio. Anzi, un orizzonte. Motta gli chiede sacrificio, senso della posizione. E di far partire il gioco quando ha la palla tra i piedi. «Puoi vedere i giocatori tanto tempo in video ma quando parli con loro percepisci qualcosa di diverso. Calafiori gioca da terzino, e lo fa bene; da centrale, e lo fa bene. Scommetto che anche a centrocampo potrebbe far bene. È un ragazzo serio, fantastico». E ovviamente, a grande richiesta, Motta non si è dimenticato la dose di complimenti completa: «È anche bello».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Bologna, i migliori video