Bologna, Orsolini artista del gol: i numeri per volare in alto

Domani sfiderà la Fiorentina a cui segna spesso. Con i suoi colpi può portare Motta sempre più su...
Claudio Beneforti
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BOLOGNA - O ti viene la voglia di abbracciarlo oppure la tentazione di mandarlo a quel paese, chi ha allenato e chi sta allenando Riccardo Orsolini no, non potrà mai averlo vissuto e viverlo con indifferenza. Di Sinisa Mihajlovic l’Orso era croce e delizia, più delizia che croce, ed è facile immaginare che con il tempo lo sia diventato anche per Thiago Motta. In quel gol di qualche anno fa proprio alla Fiorentina su punizione, nei pressi della bandierina del calcio d’angolo, all’ultimo secondo del recupero c’è tutto Orsolini, la sua sana follia, la sua abilità di calcio con il piede sinistro, il fatto di avere sempre il gol addosso, e anche di non conoscere la paura. Attenzione, non solo di provarci, ma anche di riprovarci un secondo più tardi, sia che la prima volta gli sia andata bene sia che gli sia andata male. Ma torniamo su quel gol, Dragowski battuto sul primo palo, il Bologna che agguanta il pari, e Sinisa che dice, «ero sicu ro che l’avrebbe tirata in porta». E poi aggiunge, «ha fatto gol, cosa puoi dirgli, ma se lo avesse mandato alto quel pallone me lo sarei mangiato». Figurati se Orsolini non si fosse aspettato questo tipo di reazione da parte di Miha, ma sapeva anche che lo stesso Miha avrebbe potuto provarci se fosse stato al suo posto, e allora perché non tentare il Grande Colpo, quando uno se lo sente in canna. 

Orsolini e il rapporto con gli allenatori: da Thiago a Sinisa 

Gli abbracci, le carezze, le scommesse, le sfide, ma anche i rimproveri e le partite in panchina, questo è stato l’Orso fin qua anche con Thiago Motta. Orsolini sa bene che anche dopo i tre gol segnati all’Empoli sarebbe potuto restare a guardare la domenica dopo, perché Thiago non ha mezze misure, o ti alleni al massimo tutti i giorni o il giorno della partita va in campo un altro, eppure è successo che dopo il rigore calciato e trasformato a San Siro contro il Milan negli ultimi attimi si sarebbe aspettato di giocare dall’inizio contro il Sassuolo. Perché un conto era cominciare dalla panchina quando sul suo lato scavallano Theo Hernandez e Leao e un altro era restare di nuovo seduto in una partita da vincere a tutti i costi. Con il Sassuolo l’Orso era entrato nella seconda parte, ma la partita l’aveva cambiata maggiormente Saelemaekers, domenica contro il Lecce è stata tutta un’altra musica. Perché partito dal primo minuto, Orsolini ha cominciato a creare grattacapi a Gallo, poi lo ha sorpreso buttandosi a destra e non dentro il campo e con il piede destro ha superato Falcone. E a questo punto ha sbollito la sua rabbia, sbracciando e agitandosi anche verso la panchina, volendo dimostrare ancora una volta anche a Thiago che lui e il gol sono molto amici. Come se Thiago non lo sapesse. Il punto è che quando l’allenatore del Bologna fa una scelta non guarda in faccia nessuno. Il secondo gol che ha segnato al Lecce? Uno spettacolo. E così Orso è arrivato a quota 8.  

Orsolini e la Fiorentina

Quelli che sono i suoi obiettivi rappresentano il segreto di Pulcinella , andare in doppia cifra e costruire prestazioni importanti, primo per consentire al Bologna di conquistare un posto nell’Europa più bella possibile, secondo per convincere Luciano Spalletti a regalargli uno spazio tra i convocati per gli Europei. Certo, nel caso in cui Orsolini continuasse a giocare così entrambi questi traguardi diventerebbero alla sua portata. La Fiorentina? Di sicuro è la squadra che più lo ha corteggiato in questi ultimi anni, piacendo a tutti, da Barone a Pradè e allo stesso Italiano. Ma i capi del Bologna hanno sempre fatto muro, chiedendo un paio di estati fa una cifra molto alta, convinti com’erano che a quel punto i dirigenti Viola avrebbero deciso di ritirarsi. Perché l’Orso non era croce e delizia solo per Sinisa e ora non lo è solo per Thiago, certo, lo è anche per l’intero governo di Casteldebole, che tuttavia sa bene come tutta la vita stia meglio vestito di rosso e di blu che di altri colori. 

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