Bologna, come ai tempi di Baggio

Zirkzee è il simbolo di una squadra che entusiasma: in città euforia alle stelle, e domani arriva il Verona
Bologna, come ai tempi di Baggio© Getty Images
Claudio Beneforti
4 min

BOLOGNA - Come ai tempi di Baggio, a chi non vive Bologna potrà anche sembrare strano e magari anche poco giusto, ma da agosto a oggi Joshua Zirkzee ha conquistato un’intera città, e credeteci, grazie a questo talentino olandese a Bologna è come se fossimo tornati veramente indietro (su per giù) di 25 anni, proprio a quando era vestito con la maglia del Bologna il divin codino, stagione 97-98. Ora, una volta rimarcato come Baggio sia Baggio e qua ci fermiamo, teniamo anche a raccontarvi come il popolo rossoblù veda in Joshua il fenomeno da amare, e soprattutto lo ritenga il fenomeno del Bologna, il ragazzo che con il suo straordinario talento può consentire dopo tanto tempo alla propria squadra di tornare a girare per l’Europa. Magari addirittura in quella con la musichetta della Champions, ma eccome se gli andrebbe già bene anche l’Europa League. E no, non possiamo dargli torto, perché Zirkzee non è Baggio, è vero, e vai a sapere se un giorno potrà quanto meno avvicinarsi a lui, ma una volta sottolineato come abbiano anche caratteristiche tecniche differenti guai a non tener presente come Joshua sappia ugualmente incantare con le sue giocate, che più di una volta valgono il prezzo del biglietto, non essendo solo esteticamente belle ma al tempo stesso anche estremamente costruttive.

Zirkzee e il gol alla Lazio

Sì, perché Zirkzee è tutto davanti, sapendo fare bene tutti i ruoli, il che lo porta a essere il vero regista del Bologna nella fase di attacco, ma vogliamo dimenticare anche il lavoro che fa quando il pallone lo giocano gli avversari? Tanto per non andare troppo lontano nel tempo, andatevi a riguardare gli ultimi dieci minuti di Lazio-Bologna e vi accorgerete con quanta decisione e anche cattiveria Joshua ha difeso il suo gol. Ecco, magari se mettesse questa stessa cattiveria nell’altra area di rigore, perché è proprio questo l’aspetto che a oggi deve migliorare. E’ vero, sul gol che ha segnato all’Olimpico qualche dose ce l’ha anche messa, ma soprattutto quel pallone lo ha colpito per quello che è il suo talento e la sua grande qualità. Facciamo un’aggiunta: Zirkzee non deve pensare troppo a quello che deve fare quando alberga nell’area degli altri e gli arriva a tiro un pallone da spedire in rete, ora come ora se ci pensa troppo finisce quasi per ingarbugliarsi come è accaduto contro la Fiorentina, quando ha inventato un mezzo scavetto che ha superato Terracciano ma che poi è stato respinto sulla linea da Kayode. Sì, deve fidarsi maggiormente del suo istinto in certi momenti e in certe situazioni, avendo tra l’altro la consapevolezza addosso che non gli manca niente, ma proprio niente, nemmeno come finalizzatore.

Zirkzee, assalto alla nazionale orange

Detto che una volta uscito dal laboratorio di Thiago Motta sarà di sicuro cresciuto anche in questo senso, e a quel punto Zirkzee sarà davvero un top-player, resta da vedere fino a quando Ronald Koeman, commissario tecnico della nazionale olandese, continuerà a far finta di non accorgersi di lui. In Olanda assicurano che Koeman stia privilegiando come prima punta chi gioca in Eredivisie e sappia vivere soprattutto in area di rigore, ma è facile immaginare che continuando di questo passo Zirkzee finirà per convincerlo, anche perché pare che già ci sia chi sta facendo una testa così a Koeman affinché finalmente lo chiami. E’ evidente che per Joshua una convocazione per gli Europei sarebbe il massimo della vita.


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